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Pochi ma importanti i concetti chiave del terzo pacchetto UE che si focalizza sulla mobilità, ponendo al centro della questione soluzioni concrete ed immediate volte al contrasto dell'inquinamento e alla mitigazione dei cambiamenti climatici.
Le parole chiave del terzo pacchetto UE sono: mobilità sicura, mobilità sostenibile e mobilità automatizzata.
Grazie ai due pacchetti precedenti, presentati uno a maggio e il secondo a novembre 2017 (rispettivamente incentrati su mobilità sostenibile, competitiva e connessa ed il secondo sull'aumento di veicoli a basse emissioni), con questo terzo pacchetto “L'Europa in movimento”(presentato lo scorso 17 maggio 2018) la Commissione Junker chiude il triangolo al cui vertice è posto il tema della sicurezza stradale. Il terzo pacchetto UE punta anche a incentivare una mobilità a bassa emissione oltre che promuovere una guida autonoma e connessa in modo da limitare danni e stragi sulle strade.
Miguel Arias Cañete, Commissario responsabile per l'Azione, per il Clima e l'Energia, ha dichiarato: “Per la prima volta nella storia dell'UE, proponiamo norme per migliorare l'efficienza dei carburanti e ridurre le emissioni dei nuovi veicoli pesanti”.
In questa proposta, finalmente, si pongono anchelimiti alle emissioni di CO₂per i veicoli pesantiche, nel 2025, dovranno essere inferiori del 15% rispetto ai livelli del 2019, mentre per il 2030 ci si propone come obiettivo la riduzione di almeno il 30%.
Un altro aspetto molto rilevante (e non trascurabile) di questa proposta è quello che riguarda la sicurezza stradale. Anche se il numero delle vittimedella strada è migliorato significativamente negli ultimi diciassette anni, le cifre rimango ancora troppo elevate: solo nel 2017 hanno perso la vita 25.300 persone in Europa e altre 135.000 sono rimaste gravemente ferite.
Numeri che non possono essere tralasciati ma su cui bisogna intervenire per migliorare la situazione: la Commissione propone quindi la fabbricazione su vasta scala di veicoli con dispositivi di sicurezza avanzati come le frenate di emergenza e sistemi di rilevamento pedoni e ciclisti per i veicoli pesanti.
Tali misure potrebbero salvare fino a 10.500 vite ed evitare 60.000 feriti gravi nel periodo 2020-2030, contribuendo al raggiungimento dell'obiettivo a lungo termine dell'UE di azzerare il numero di vittimee lesioni gravi entro il 2050 (“Obiettivo zero vittime”).
“Con la produzione di soluzioni tecnologiche chiave su vasta scala, comprese le batterie sostenibili, e la realizzazione di infrastrutture fondamentali ci avviciniamo inoltre a un triplice obiettivo: zero emissioni, zero congestione e zero incidenti" ha dichiarato Maroš Šefčovič, Vicepresidente responsabile per l'Unione dell'Energia.
In questo scenario vediamo quindi un Europa che guarda avanti e che segna una strada non facile da percorrere ma che punta al miglioramento della vita dei cittadini europei concentrandosi sull'ambizioso “Obiettivo zero”. Si presenta così un traguardo non facile da raggiungere ma su cui si ripongono molte speranze.
Giulia Berni
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