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Un’analisi internazionale di Dnv GL e Gfk Eurisko ha rivelato una crescente pressione da parte degli stakeholder affinché le aziende dimostrino la sostenibilità della propria supply chain. Anche in Italia cresce l’attenzione verso una catena logistica sempre più sostenibile.
Sostenibilità, una caratteristica sempre più richiesta alle aziende. Non solo nella scelta delle materie prime e in una gestione responsabile dei processi produttivi: anche la catena logistica di distribuzione deve fare la sua parte. Lo rivela uno studio della società di assurance Dnv GL che, con il supporto di Gfk Eurisko, ha analizzato il quadro di una gestione sostenibile delle supply chain.
L’intento è quello di comprendere quanto sia maturato l’approccio delle aziende rispetto al 2014, anno in cui è stata pubblicata una prima analisi sull’argomento. Ebbene, ne è risultato che l’86% delle imprese oggi sono oggetto di pressioni per dimostrare la sostenibilità della propria supply chain: un dato che fa registrare un aumento del 6% rispetto alla scorsa edizione del sondaggio.
“In questi anni il contesto nel quale le imprese si trovano a dover gestire le loro supply chain è molto cambiato. Il crescente numero di leggi e regolamenti e le molteplici iniziative in favore della sostenibilità – come l’accordo di Parigi, gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile fissati delle Nazioni Unite per esempio o, ancora, la pubblicazione della nuova norma ISO 20400 sull’approvvigionamento sostenibile – hanno ridefinito il quadro operativo e contribuito a sensibilizzare le imprese sull’importanza di una gestione sostenibile dalla supply chain”.
Luca Crisciotti, CEO di Dnv GL
L’indagine internazionale ha riguardato 1.400 professionisti nei mercati Europa, Asia e America di diversi settori e dimensioni e ha coinvolto anche Sedex (Supplier Ethical Data Exchange), associazione senza scopo di lucro che gestisce la più grande piattaforma collaborativa al mondo per la condivisione di dati sull’approvvigionamento responsabile nelle catene di fornitura.
In linea con quanto avviene nel resto del mondo, anche per quanto riguarda l’Italia l’attenzione è alta: per oltre nove aziende su dieci la sostenibilità è un aspetto tenuto in considerazione nelle decisioni di acquisto, in misura “molto rilevante” per un’impresa su tre. Per otto imprese su dieci il maggiore flusso di pressione viene direttamente dai clienti, che si rivelano il gruppo di stakeholder con il maggiore peso in materia di sostenibilità della filiera. A distanza, tra i fattori che risultano più incisivi, seguono, con il 43%, le policy interne e le decisioni del top management. Con il 32%, la conformità a leggi e normative vigenti.
E per quel che riguarda il futuro? Stando alle risposte fornite, c’è di che essere ottimisti. Nei prossimi tre anni, infatti, le aziende italiane continueranno a lavorare sulla sostenibilità delle supply chain, attendendosi una maggiore e crescente pressione da parte di una molteplicità di stakeholder.
Nello specifico, il 67% delle imprese del Bel Paese confida di compiere almeno un’azione per migliorare la sostenibilità della propria filiera entro i prossimi tre anni; il 40% dei partecipanti pensa di richiedere ai propri fornitori l’invio di dati e informazioni; il 34% prevede l’implementazione e la comunicazione di policy di sostenibilità, mentre il 25% intraprenderà un audit su alcuni fornitori anche ingaggiando terze parti indipendenti.
Una crescente attenzione attorno al tema è stata confermata, in questo 2018, dall’organizzazione lo scorso marzo della prima edizione di Green Logistics Expo, Salone Internazionale della Logistica Sostenibile, a Padova. Il bilancio da parte delle 246 aziende aderenti è stato positivo: nei due giorni e mezzo di apertura, le persone che hanno visitato l’area espositiva e hanno partecipato ai cinquanta convegni e workshop sono state oltre 5000. Sintomo che un approccio sostenibile, ragionato e sistemico al complesso mondo della logistica è oggi richiesto ed apprezzato.
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