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Green Bond, ecoprestiti e criteri più stringenti per la valutazione della responsabilità sociale d’impresa: come sta cambiando la finanza in chiave sostenibile.
Obbligazioni “green” ed ecoprestiti stanno abbandonando i confini della piccola nicchia nei quali sono rimasti confinati negli scorsi anni per conquistarsi un ruolo sempre più significativo nel panorama della finanza europea: mentre il mercato continua a essere guidato dagli investitori istituzionali per la mobilitazione dei 180 miliardi di euro di investimenti annui (in aggiunta a quelli già stanziati) necessari per centrare gli obiettivi climatici dell’UE per il 2030, anche la componente retail è stata protagonista di una cospicua crescita, passando dal 3.4% del 2013 al 30% di fine 2017.
Sono i dati rivelati dall’European Sri Study, una ricerca biennale che prende in esame le caratteristiche degli investimenti sostenibili e responsabili degli operatori finanziari europei. Anche il mercato finanziario italiano, così come quello europeo, si è mostrato prevalentemente trainato dagli investitori istituzionali, ma è anche cresciuta l’attenzione dei risparmiatori nei confronti della sostenibilità sociale e ambientale delle proprie scelte d’investimento.
Questo interesse per una forma di investimenti più “pulita” e con impatto positivo si riflette anche nel mercato del debito, che si fa sempre più sostenibile: nel 2018 ha raggiunto i 247 miliardi di valore secondo i dati presentati da BloombergNEF in una recente indagine.
Lo studio ha rivelato non solo una crescita generale, ma anche un’inversione di tendenza: se dal 2007 al 2017 sono stati i green bond a farla da padrone, crescendo in modo costante, nel 2018 l’attenzione verso questa forma di debito è diminuita, pur coinvolgendo 182,2 miliardi di dollari a livello mondiale.
Con una vertiginosa crescita, invece, superiore al 677%, sono aumentati i prestiti legati alla sostenibilità. Con questa definizione si fa riferimento a tutti quei prestiti il cui prezzo è legato alle performance del contraente in base alle performance di sostenibilità di quest’ultimo: con l’aumento o il calo del suo impatto virtuoso, anche il prezzo del prestito viene modificato.
Dal mondo della finanza, dunque, emerge un segnale positivo estremamente chiaro: anche in questo settore il desiderio di una puntuale analisi e comunicazione dal punto di vista della sostenibilità si fa palese e gli investitori del mercato del debito richiedono con sempre maggior precisione una rendicontazione dei benefici sociali ed ambientali legati al prestito.
L’andamento positivo pare proseguirà anche nel corso del 2019, almeno secondo Bloomberg, che ha recentemente diffuso le previsioni per i trend dell’anno. Tra i fattori che acquisiranno una maggiore influenza vi sono temi sociali quali il superamento del gender gap, per la parità di genere dal punto di vista professionale e salariale.
Secondo Bloomberg, inoltre, il settore continuerà ad acquisire trasparenza e una strutturazione più precisa, sulla scia delle iniziative già avviate nel corso del 2018: lo scorso anno, ad esempio, l’Unione Europea ha reso obbligatorio il bilancio di sostenibilità per le grandi aziende, uno strumento fondamentale per la valutazione dell’impatto ambientale e sociale, mentre la Commissione Europea ha pubblicato il suo piano per la finanza sostenibile lasciando intendere un’intenzione di proseguire nella regolamentazione del settore.
Una finanza sostenibile, dunque, è possibile e sta già prendendo forma.
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