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Da un lato ci sono gli SDGs, obiettivi che necessitano di enormi sforzi economici per essere raggiunti; dall'altro c'è un impact investment in crescita, che associa i profitti al bene comune. Riuscire a metterli efficacemente in connessione darebbe uno slancio senza precedenti alla sostenibilità globale.
Contribuire intenzionalmente a creare impatti positivi sulla società e sull'ambiente. L'impact investment, o investimento a impatto, propone un modello virtuoso in ottica win-win: da un lato gli investitori realizzano un profitto economico, dall'altro si producono benefici tangibili e misurabili in campo socio-ambientale.
Secondo l'edizione 2018 del rapporto “Investing for Global Impact”,realizzato dal Financial Times in collaborazione con Global Impact Solutions Today (Gist) e la banca inglese Barclays, negli ultimi cinque anni sono sempre di più le famiglie facoltose, le fondazioni e gli high net worth individuals (persone con ampie disponibilità patrimoniali ad alto potenziale di investimento) che indirizzano il proprio capitale in settori cari allo sviluppo sostenibile.
La quota di investimenti di questo tipo è infatti raddoppiata, raggiungendo il 31% degli investimenti totali. Inoltre, il 40% dei rispondenti al sondaggio considera l’investimento a impatto un elemento centrale del proprio portafoglio (+ 5% rispetto allo scorso anno), il 30% ha in attivo molteplici investimenti di questo tipo e il 28% dichiara di averne effettuato uno e di essere in procinto di effettuarne altri.
Apparentemente una manna dal cielo, in un periodo storico in cui le urgenze ambientali (e non solo) sono tanto pressanti da aver spinto le Nazioni Unite a fissare 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, da soddisfare entro il 2030 dagli Stati Membri. Lotta alla fame e alla povertà, salvaguardia dei mari, lotta al riscaldamento globale e molto altro: il raggiungimento di traguardi tanto ambiziosi implica un enorme sforzo economico, che ciascun Paese è chiamato a tenere a mente in sede di pianificazione delle azioni politiche e strategiche nazionali.
Secondo dati UNCTAD (Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo), si stima che siano necessari 5000-7000 milioni di dollari l'anno per raggiungere i Sustainable Development Goals - SDGs. E, stando a quanto afferma il Dipartimento per l'Economia e gli Affari Sociali dell'ONU, l'investimento privato giocherà un ruolo cruciale in questa partita.
Eppure, le risposte fornite al Financial Times per il succitato rapporto raccontano un'altra storia: tra i fattori che influenzano maggiormente le decisioni di investimento, il 75% dei soggetti dichiara di essere animato da motivi reputazionali, il 72% si ispira a criteri Esg (environmental, social, governance) e il 61% a pratiche di CSR (Corporate Social Responsibility).
Ne consegue che quasi tre quarti dei rispondenti al sondaggio non considera rilevanti gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile ai fini delle proprie decisioni finanziarie e non ritiene, inoltre, che i propri investimenti siano orientati alla realizzazione dell’Agenda 2030. Il 18%, poi, non ha mai sentito parlare degli SDGs o di come questi possano essere rilevanti nelle strategie finanziarie.
La strada da percorrere è dunque ancora lunga, molto lunga. Per creare, grazie a un'opera di informazione e condivisione di intenti, una visione comune e mettere in relazione una preziosa, ingente disponibilità finanziaria con un'enorme, vorace fame di fondi.
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