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C’è chi lo fa per etica, chi per rispondere alle richieste dei consumatori: in ogni caso, la CSR sta diventando un aspetto cardine del business di molte aziende.
Più responsabilità e sensibilità. Si potrebbe sintetizzare con queste parole la direzione che molte aziende stanno adottando per la gestione del proprio business. I dati relativi alla responsabilità sociale delle aziende a partire dal 2016 sono costantemente in crescita. Per quanto non sia possibile sapere se le ragioni alla base di questa rivoluzione sociale siano soltanto una mossa commerciale per assecondare un crescente interesse da parte dei consumatori verso i temi etici e della sostenibilità, oppure se alla fonte vi sia una reale sensibilizzazione verso tali tematiche, resta rilevante il fatto che le iniziative in tal senso sono in crescita tra le grandi aziende.
Sono due le tematiche principali sulle quali le imprese stanno sempre più focalizzando le proprie attenzioni: l’impatto etico-sociale e quello ambientale.
In Italia i grandi gruppi finanziari fanno parlare di sé per una serie di iniziative e partecipazioni a progetti di sostegno rivolti a diverse categorie di persone socialmente deboli: Intesa San Paolo dichiara di aver avviato un progetto di sostegno per le famiglie che hanno difficoltà ad accedere al credito, oltre che finanziare pasti nelle mense, posti letto nei centri di accoglienza, medicinali e indumenti. Mastercard si muove a livello globale con forme di sostegno alla povertà e ha stretto un rapporto di collaborazione con il World Food Programme. O ancora, Unipol Sai concorre nel sostegno di Banco Alimentare.
Anche sul piano etico ambientale l’impegno delle grandi aziende si fa sempre più concreto. Ikea si impegna a porre particolare attenzione su diversi aspetti della propria produzione per limitarne al minimo l’impatto che essa esercita sul pianeta, a partire dalla riduzione dello spreco legata agli imballaggi, fino a una attenta selezione della provenienza del legno, proveniente soltanto da foreste coperte da un certificato di gestione responsabile. Anche Zalando punta sugli imballaggi: esclusivamente di cartone riciclato e con stampe a mezzo di inchiostri atossici. All’interno delle proprie sedi invece l’azienda punta sul risparmio energetico e sul taglio dei consumi. Inoltre stimola i propri dipendenti ad adottare abitudini più green e promuove anche attraverso incentivi economici l’utilizzo della bicicletta e dei mezzi pubblici per raggiungere il posto di lavoro.
Il brand di abbigliamento tecnico Patagonia spinge sulla trasparenza, rendendo visibile ai consumatori tutti i processi produttivi di ogni singolo capo. L’azienda ha promosso inoltre delle campagne di sensibilizzazione nei confronti dei clienti, invitandoli ad acquistare solo i prodotti di cui realmente necessitano e, in caso di rotture, si impegna a ripararli gratuitamente anziché spingerli a un nuovo acquisto.
Iniziativa simile anche per H&M: l’azienda stessa dichiara di impegnarsi “per trasformare l’industria della moda per renderla più sostenibile e trasparente”. Sul sito web del colosso dell’abbigliamento low cost è possibile trovare informazioni relative a tutti i prodotti in catalogo, l’elenco dei fornitori, la provenienza dei capi, l’indirizzo e il nome delle fabbriche, il numero di lavoratori coinvolti e i materiali utilizzati.
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