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Dal 1928 sono stati compiuti passi importanti verso la costituzione di fondi di investimento basati esclusivamente sulla sostenibilità. La finanza etica ha saputo evolversi negli anni e oggi è diventato fondamentale investire su realtà a basso impatto socio-ambientale.
La finanza etica è nata nel 1928 con la creazione del Pioneer Fund, il primo fondo di investimento etico che escludeva alcol, tabacco e gioco d’azzardo, così come da orientamento dettato dalla Chiesa metodista. Il fondo Pioneer era la soluzione per non escludere da Wall Street parte dei fedeli protestanti in un periodo di grande speculazione, seppure alle porte della Grande Depressione. Oggi il Pioneer Fund è il terzo titolo più antico d’America e ha ottenuto una percentuale record nel 2011 firmando un rendimento superiore a 1.000.000 per cento.
Trascorsi quasi cento anni dalla nascita negli Stati Uniti e quarantacinque dall’arrivo in Italia - dove nel 1978 furono alcune società cooperative finanziarie veronesi ad impegnarsi ad investire liquidità in progetti etici - molti si domandano cos’è la finanza etica.
Cos’è la finanza etica?
Tutte le attività d'investimento sviluppate con strumenti, strategie e metodi che permettono di ottenere un guadagno congruo, ma lontano dal massimo profitto, sono considerate realtà di finanza etica.
Nel 1998 l’Associazione Finanza Etica ha realizzato il Manifesto della Finanza Etica, un documento in sette punti in cui vengono definite le attività eticamente orientate e viene evidenziata, tra gli altri, l’esclusione “per principio di rapporti finanziari con quelle attività economiche che ostacolano lo sviluppo umano e contribuiscono a violare i diritti fondamentali della persona, come la produzione e il commercio di armi, le produzioni gravemente lesive della salute e dell'ambiente, le attività che si fondano sullo sfruttamento dei minori o sulla repressione delle libertà civili”.
Quali obiettivi ha la finanza etica?
Queste forme di investimento possono essere realizzate solo rispettando parametri di tipo etico o morale, di natura religiosa o laica. La finanza etica può essere sviluppata ogni giorno, puntando ad investire su sistemi economici e aziende che puntano al rispetto dei diritti umani, del lavoratore, dei principi di trasparenza e sulle realtà che mantengono un basso o nullo impatto socio-ambientale.
I diversi tipi di finanza etica
Quel che è etico negli investimenti può essere distinto in vari tipi di finanza. Si rintracciano infatti quattro forme di finanza etica: di tipo religioso (rispetto e diffusione delle credenze), verde (green economy), solidale (per la promozione della qualità della vita di un gruppo specifico di persone) e sostenibile (per lo sviluppo sostenibile delle singole realtà statuali).
Negli ultimi 20 anni la finanza etica- socio-ambientale in testa-è diventata via via più attrattiva, tanto da permettere un confronto sempre più frequente con i titoli tradizionali. Oggi la Finanza etica offre agli investitori possibilità più ampie di risparmiare, guadagnare, pensando contemporaneamente al futuro della società e l'ambiente globale.
Finanza Etica e Sostenibile, quale la legislazione di riferimento?
Il documento contiene informative destinate agli investitori, le norme per competere nel mercato finanziario sostenibile, le informazioni da corrispondere sui siti online in merito ai prodotti, i principi di trasparenza a cui obbligatoriamente devono attenersi (con relazioni periodiche) i partecipanti al mercato finanziario.
Il Regolamento 2019/2088 è entrato in vigore il 20 marzo del 2021 ed è obbligatorio in tutti i suoi elementi in tutti gli Stati della Comunità Europea. A firmarlo nel 2019 è stato David Sassoli, presidente del Parlamento Europeo, scomparso poco più di un anno fa.
Presente e futuro della finanza etica e della finanza sostenibile
Riconoscendo oggi l’insostenibilità della maggior parte delle azioni legate alla finanza, l’Unione Europea ha posto le basi per la formazione di un sistema alternativo, orientato alla sostenibilità.
Nonostante la presenza di una legislazione europea, Banca Etica evidenzia però come: “Manca uno standard condiviso di cosa si intenda per “sostenibilità” negli investimenti finanziari, il che permette a ogni banca o gestore di darsi delle proprie definizioni, spesso piuttosto deboli e cucite su misura per le proprie esigenze”. L'istituto distingue il campo della finanza sostenibile da quello di finanza etica, riconoscendo sette differenze da tenere in considerazione con una prerogativa finale.
Il dialogo “tra gli elementi caratteristici della finanza etica e le proposte normative per stabilire una tassonomia della finanza sostenibile promossa dall'UE (e chiaramente influenzata dalle grandi lobby finanziarie, non dimentichiamolo) non esaurisce le differenze fondamentali tra le due concezioni di finanza”. Perché, se da una parte ci sono diversità oggettive, sarà lo storico delle dinamiche con cui queste si sono formate a dare capacità di lettura degli scenari futuri. Dunque la possibilità di costruire i meccanismi finanziari migliori da adottare "per generare giustizia sociale e bene comune”.
POINTs: Assoambiente
15 Febbraio 2023Iscriviti alla nostra Newsletter!
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