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Il settore tessile sarà protagonista di un progetto pilota per la raccolta, il riciclo e il riuso dei rifiuti.
Nel corso dell'autunno 2022, il consorzio Ecotessili darà vita a un progetto pilota per il riciclo dei tessili. L’obiettivo del consorzio, promosso da Federdistribuzione e costituito nell'ambito del Sistema Ecolight, è quello di promuovere il riutilizzo e favorire l’economia circolare dei tessuti.
I numeri dei rifiuti tessili
Le ragioni alla base del progetto sono chiaramente definite dai dati di settore. Secondo i numeri diffusi dal report “L’Italia del Riciclo 2021”, realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e da Fise Unicircular, il settore tessile produce circa 480.000 tonnellate di rifiuti (dati 2019), per il 96% di tipo non pericoloso. La metà di questi rifiuti proviene dall’industria tessile, mentre la raccolta urbana impatta per il 30%. Rispetto al 2010, i rifiuti tessili sono in aumento, con un +39% registrato nel 2019. Ad oggi, complice il fast fashion, ogni cittadino europeo produce più di 15 chili di rifiuti tessili in un anno (dati McKinsey), che finiscono prevalentemente in discariche e inceneritori. Coinvolgendo realtà già attive nel recupero di tessili dismessi, il fine dell'iniziativa di Ecotessili è proprio il perseguimento di un’inversione di tendenza, da lanciare nel corso della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (Serr), in programma dal 19 al 27 novembre.
Riciclo dei tessili in Italia: cosa dice la normativa?
Con il decreto legislativo 116/2020, l’Italia ha introdotto a partire dal 1 gennaio 2022 l’obbligo di raccolta differenziata per i rifiuti tessili. Mettendo in pratica una serie di direttive per il riciclo dei rifiuti e la riduzione del numero di discariche, la manovra anticipa la scadenza fissata dall’Unione Europea al 2025 del “Pacchetto di direttive sull’economia circolare”. L’obiettivo della legge è quello di promuovere il riciclo dei tessili e ridurre di conseguenza l’impatto ambientale del comparto. C’è da dire che, pur essendo un settore che produce molti rifiuti, il dismesso tessile è uno dei più facili da riciclare e su cui creare una filiera di riuso davvero efficiente.
Quanto inquina il settore tessile in Europa?
Le direttive UE si sono rese necessarie alla luce delle rilevazioni sull’impatto ambientale del comparto tessili. Secondo la Commissione e il Parlamento Ue, il settore tessile produce il 10% delle emissioni mondiali di gas a effetto serra. In base ai dati diffusi dall’Agenzia europea dell’ambiente, gli acquisti di tessili fatti in Europa nel 2017 hanno generato 654 chilogrammi di CO2 per persona. La nuova legge introdotta in Italia si rivolge ai Comuni, che sono tenuti ad avviare un sistema di raccolta del tessile, se non presente. Ad oggi ci sono dei punti ancora poco chiari sull’implementazione delle modalità di recupero dei tessili, ma è già noto che il Piano nazionale di ripresa e resilienza preveda finanziamenti per la creazione di textile hubs, che permetteranno di raggiungere il 100% di recupero dei rifiuti tessili.
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Le dichiarazioni di Ecotessili
Il progetto pilota di Ecotessili prenderà vita nel corso dell'autunno. A tal proposito, il direttore generale di Ecotessili, Giancarlo Dezio, ha dichiarato all’ANSA "In attesa del quadro operativo di riferimento, il consorzio si sta attivando per individuare delle modalità di raccolta dei tessili che possano essere efficienti ma soprattutto efficaci. Di fatto, il primo passo per una gestione corretta di queste tipologie di prodotti dismessi, per impostare una raccolta che sia capillare e di qualità".
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