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Quando la moda si può definire sostenibile? Ecco i criteri di 4sustainability, il sistema che analizza la sostenibilità del settore fashion.
Il mondo della moda ha un costo davvero rilevante per l’ambiente. Se, da una parte, il settore ha visto una crescita sorprendente negli ultimi 20 anni, impiegando oltre 75 milioni di persone in tutta la filiera, dall’altro è diventato uno dei comparti più inquinanti al mondo. Secondo UNEP, il settore fashion è responsabile dell'8-10% delle emissioni di CO2 nell’atmosfera, più di tutti i voli internazionali e del trasporto marittimo messi insieme. Ad oggi l’attenzione dei consumatori nei confronti dell’ambiente ha ridefinito alcuni paradigmi del mondo della moda: abiti con materiali riciclati, packaging compostabili e second hand sono solo alcune delle soluzioni messe in atto per tentare di ridurre l’impatto ambientale dei comparti fashion e luxury. Anche se si parla sempre più di “moda sostenibile”, è difficile tracciarne ancora dei confini definiti. A dare dei riferimenti più concreti c’è 4sustainability®, un framework di implementazione che attesta le performance di sostenibilità della filiera del fashion & luxury.
Il monitoraggio delle performance di sostenibilità nel settore moda
4sustainability® nasce con l’obiettivo di misurare le performance del settore moda in termini di sostenibilità, dando un attestato di garanzia di conformità ai principali standard e linee guida internazionali. L’adesione alla roadmap 4sustainability® è subordinata all’implementazione di una o più iniziative, realizzabili grazie ad un progetto e un training multidisciplinare fino al suo completamento. 4sustainability® nasce da un’idea di Francesca Rulli e definisce degli standard di sostenibilità misurabili e specifici. Come dichiarato dalla stessa Francesca Rulli in un’intervista al Fatto Quotidiano, “oggi abbiamo metodi e strumenti per lavorare su tutte le dimensioni-chiave della sostenibilità: la tracciabilità degli impatto di filiera, l’eliminazione della chimica tossica e nociva dai cicli produttivi, la riduzione di uso di acqua ed energia e di emissioni in atmosfera, la cultura orientata alla circolarità e al design sostenibile, la sostituzione dei materiali con alternative più sostenibili, le buone pratiche a sostegno del benessere dei lavoratori e dell’efficienza organizzativa”. Tutte queste attività possono essere implementate e monitorate, affinché l’industria della moda riduca il suo impatto sociale e ambientale.
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Gli interventi sulla filiera produttiva
Secondo Francesca Rulli, per rendere più sostenibile il settore moda, è fondamentale coinvolgere la sua filiera produttiva, definendo una strategia di selezione di fornitori che condividano gli obiettivi di sostenibilità del marchio. Questo per mettere in moto un lavoro sinergico in cui sono coinvolti tutti gli attori che lavorano nel comparto, che collaborano per obiettivi condivisi: azioni comuni e concrete per la sostenibilità, modelli di economia circolare, maggiore sensibilizzazione del consumatore. Solamente attraverso un cambio radicale di paradigma è possibile raggiungere risultati reali, concreti e duraturi. L’impegno e la visione di 4sustainability® sono orientati in questa direzione, con il desiderio di incentivare la collaborazione tra mondo della moda e filiera produttiva per il miglioramento delle performance di sostenibilità.
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