Ultime Notizie
Secondo uno studio pubblicato su Science, per salvaguardare la biodiversità è necessario proteggere un’area terrestre di 64 milioni di chilometri quadrati.
Per fermare la perdita di biodiversità, occorrerebbe tutelare il 44% della superficie terrestre: questo è ciò che è emerso da uno studio pubblicato su Science, a cura di un gruppo di scienziati olandesi, italiani, australiani, inglesi e statunitensi. In particolare, la ricerca è stata coordinata da James R. Allan dell'Università di Amsterdam ed è frutto di una collaborazione della Sapienza con l'Università di Amsterdam, l'Università del Queensland, l'organizzazione 'The Nature Conservancy' (TNC), l'organizzazione United Nations Development Programme (Undp), l'Università di Cambridge, la BirdLife International, l'Università della Tasmania, la Rights and Resources Initiative (Rri), l'Università del Kent, l'Università di Melbourne e l'Università del Delaware. Per l’Italia, il contributo è stato curato dal gruppo di scienziati coordinato da Moreno di Marco, responsabile del laboratorio Biodiversity and Global Change dell'Università La Sapienza di Roma. Secondo quanto emerso dalle analisi condotte dagli scienziati, per salvare la biodiversità è fondamentale salvaguardare un’area di 64 milioni di chilometri quadrati, ovvero il 44% della superficie terrestre.
LEGGI ANCHE >> Conferenza per la biodiversità: i risultati
L’analisi
L’analisi di questi dati è di vitale importanza per i decision maker, soprattutto alla luce dell’obiettivo UE di far riprendere la biodiversità sui territori europei entro il 2030. Accanto al dato già citato, lo studio ha rivelato che più di 1.3 milioni di chilometri quadrati di superficie terrestre rischiano di essere distrutti entro il 2030 dalle attività antropiche, a meno che non si mettano in campo specifiche strategie a salvaguardia dell’ambiente e delle persone. A proposito di quest’ultime, si stima che nelle aree a rischio distruzione vi siano oltre 1,8 miliardi di persone, che devono essere tutelate dal consumo di suolo e da altre attività che potrebbero danneggiare irrimediabilmente l’ambiente.
Le soluzioni
Secondo gli scienziati, le soluzioni da adottare sono molteplici e tutte connesse tra loro. In primo luogo, gli analisti ritengono fondamentale approvare delle politiche di uso del suolo adeguate alla conservazione degli ecosistemi. Nonostante le criticità, gli scienziati ritengono che una soluzione sia possibile. Le dichiarazioni di Moreno Di Marco in un articolo di Repubblica lo dimostrano: “il rischio per la biodiversità derivante dalla perdita di habitat in aree importanti per la conservazione può ancora essere ridotto in modo significativo, addirittura di 7 volte, se si attuano politiche sostenibili di uso del territorio". In più, è necessario che le aree protette siano connesse fra loro: creare delle “isole” non è sufficiente per gestire l’evoluzione futura del problema. Questo perché, anche se c’è stato l'impegno da parte degli Stati nella conservazione di almeno il 17% della superficie terrestre attraverso aree protette,"dal 2020 è stato chiaro che ciò non sarebbe bastato ad arrestare il declino della biodiversità e scongiurarne la crisi, anche a causa del mancato raggiungimento di altri obiettivi".
Tags:
#SustainableTalks: Habitech
28 Luglio 2022Potrebbero interessarti ...
Finanziamenti dannosi per il clima e la biodiversità
18 Dicembre 2023Italia: ecco la strategia per la Biodiversità al 2030
12 Settembre 2023Nel 2023 è boom di nidi di tartarughe marine in Italia
6 Settembre 2023Il 28 luglio è dedicato alla conservazione della natura
27 Luglio 2023Iscriviti alla nostra Newsletter!
Sei un sostenitore dell'ambiente in tutte le sue forme? Allora sei nel posto giusto!
Iscriviti subito!