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L’istituto di via Nazionale pubblica una serie di indicazioni non vincolanti per l’integrazione dei pericoli ambientali nelle strategie degli operatori finanziari
Un primo insieme di aspettative di vigilanza sull’integrazione dei rischi climatici e ambientali nelle strategie aziendali, nei sistemi di governo, controllo e gestione dei rischi e nella informativa al mercato degli intermediari vigilati. E’ questo il progetto che ha elaborato di recente Banca d’Italia, in linea con analoghe iniziative promosse dalla BC. E e da altre autorità di vigilanza nazionali, in uno scenario sociale ed economico segnato da una crescita costante dell’attenzione dei rischi provocato dal surriscaldamento del pianeta. D’altronde, sempre più investimenti finanziari sono esposti ad eventi climatici estremi. In Italia, ad esempio, secondo la mappatura degli impieghi del sistema bancario sul territorio italiano al 30 giugno 2021, la stima è che ben la metà sia stato erogato in territori esposti in modo significativo a fenomeni di siccità, ondate di calore o ondate di gelo, con potenziali effetti negativi soprattutto per i settori dell’agricoltura e delle costruzioni.
Il documento messo a punto dall’istituto di via Nazionale , ormai impegnato da tempo nello studio dei rischi ambientali e nel sostegno alla finanza sostenibile al pari delle istituzioni finanziarie comunitarie, fornisce dodici aspettative, indicazioni di carattere generale non vincolanti la cui declinazione a livello operativo è dunque rimessa al singolo intermediario. A quest’ultimo spetterà valutare in via autonoma la rilevanza delle tematiche per il proprio modello di business, “applicando soluzioni coerenti con il grado e l’intensità di esposizione ai rischi, in funzione di tipologia, dimensione e complessità delle attività svolte e dell’apparato aziendale”, spiega Banca d’Italia. Il documento è rivolto a banche, Sim, Sgr, Sicav/Sicaf autogestite, intermediari finanziari ex articolo 106 del Testo Unico Bancario e relative società capogruppo, istituti di pagamento, Imel, ovvero a tutti quei soggetti vigilati e autorizzati da Banca d’Italia ai sensi del Testo Unico Bancario e del Testo Unico della Finanza.
Tra le 12 aspettative figurano raccomandazioni come la capacità di individuare quali sono i rischi climatici e ambientali capaci di incidere sul contesto aziendale e di comprenderne e misurarne gli impatti, al fine di assicurare la resilienza del modello di business, o la valutazione della loro influenza sul pricing degli investimenti in strumenti finanziari per minimizzare il rischio di perdite. Banca d’Italia rivolge agli operatori l’invito ad effettuare una mappatura degli eventi che potrebbero manifestarsi per effetto dei rischi climatici e ambientalo per poter così di integrare il sistema di gestione dei rischi, così come a predisporre una base dati sui profili di rischio “completa e di elevata qualità nonché integrata in un sistema informativo idoneo a supportare lo sviluppo di metriche per la valutazione dei rischi climatici e ambientali”.
Il lavoro di Banca d’Italia proseguirà nel corso del 2022 con un primo confronto con gli intermediari sul grado di rispondenza delle prassi aziendali alle aspettative. L’istituto presieduto da Ignazio Visco potrebbe infine integrare il documento nel corso del tempo alla luca dell’evoluzione del quadro normativo di riferimento, eventualmente ampliandolo anche alle tematiche sociali e di governance.
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