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Bruxelles punta su standard e regole comuni per tutti i ventisette paesi dell’Unione per favorire la transizione sostenibile del mercato degli investimenti e combattere il greenwashing
Standard e regole comuni per tutti i ventisette paesi dell’Unione europea sul fronte della transizione sostenibile del mondo finanziario. E’ questo l’obiettivo ultimo della Strategia europea annunciata lo scorso 6 luglio dalla Commissione UE , un testo in cui sono stati definiti i principi di cui dovrà tener conto il mondo finanziario per accompagnare la transizione green dell’economia del Vecchio Continente.
La Commissione sta dunque accelerando il suo impegno per far sì che il mondo produttivo adotti i principi Esg, e che tenga dunque conto degli aspetti ambientali, sociali e di governance nelle sue strategie, e per una sempre più ampia diffusione di prodotti finanziari sostenibili. E che tutto questo avvenga limitando il più possibile il rischio di greenwashing, considerato uno dei pericoli più urgenti da affrontare per non compromettere il processo di transizione verso la sostenibilità. Una strategia dunque di ampio respiro, la cui realizzazione richiederà di certo parecchio tempo.
Il 23 febbraio 2022 la Commissione ha intanto adottato la proposta di direttiva sulla due diligence di sostenibilità aziendale, la cosiddetta CSDD, pensata con l’obiettivo di preparare le aziende a gestire potenziali rischi legati ai fattori sociali (come ad esempio il lavoro minorile. lo sfruttamento dei lavoratori, l’inquinamento, la perdita di biodiversità) e ad attrarre investimenti sostenibili. Qualche giorno dopo, il 28 febbraio, la Platform on Sustainable Finance, il gruppo di esperti costituito che assiste la Commissione nello sviluppo delle politiche per la finanza sostenibile, ha quindi presentato il report finale sulla tassonomia sociale, l’esito di un lavoro durato 18 mesi che si è posto l’obiettivo di definire un insieme di regole e definizioni per favorire la valutazione della qualità dei fenomeni finanziari e il loro impatto sul mercato, in modo da guidare le scelte di investitori e imprese. Con la tassonomia sociale, la Commissione intende dunque supportare gli operatori finanziari negli investimenti socialmente sostenibili, rispondendo così alle richiesta da parte del mercato e dei risparmiatori di prodotti finanziari in grado di generare non solo utili, ma anche tangibili effetti positivi sul tessuto sociale.
La Strategia europea dello scorso 6 luglio prevede poi uno standard rigoroso per le obbligazioni che finanziano investimenti sostenibili, i cosiddetti green bond, un impianto normativo dunque “sull'uso che le imprese e le autorità pubbliche possono fare di questi strumenti per raccogliere fondi sui mercati dei capitali allo scopo di finanziare investimenti ambiziosi, nel rispetto di requisiti stringenti di sostenibilità e proteggendo gli investitori dall'ecologismo di facciata”.
Ad aiutare le scelte del mercato interessato agli investimenti green è infine il lavoro che Esma, l'Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati, sta effettuando al fine di migliorare il sistema di valutazione delle politiche ambientali, sociali e di governance delle aziende da parte delle agenzie di rating
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