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Dati migliori durante il primo lockdown ma gli italiani continuano a utilizzare e sfruttare l’energia pulita.
La ripresa economica italiana passa attraverso fonti sostenibili. La fase post-pandemia abbraccia la scelta di risorse sostenibili a discapito di fonti di energia non rinnovabili. A fornire i dati sulla situazione italiana è Terna: nel mese di giugno l’Italia ha attinto per il 42% del totale a fonti di energia rinnovabile. Un dato in ascesa se si considerano il 37% in aprile, il 33% a febbraio e il 30% a novembre 2020. Durante il primo lockdown, periodo in cui l’economia italiana era in assoluto stallo, la quota di energia pulita aveva raggiunto il 47% e il 51% nei mesi di aprile e maggio 2020 rispetto un 36% del mese di marzo, nonostante l’interesse per la scelta di fonti sostenibili fosse secondario e di minor rilievo in quella precisa fase di emergenza, ancora poco chiara e definita a livello internazionale.
Durante la prima fase di emergenza sanitaria tutte le imprese sono state costrette a chiudere e milioni di italiani sono rimasti in casa per mesi in smartworking. La riduzione della mobilità e dei consumi ha inevitabilmente ridotto anche la quantità di energia elettrica consumata e richiesta. Le centrali a combustibile fossile hanno lavorato a basso ritmo o, addirittura interrotto le loro attività, al contrario delle fonti di energia rinnovabile che hanno continuato a fornire il loro contributo. Questo spiega il motivo dei dati migliori in piena fase di emergenza covid. Sempre secondo i dati registrati da Terna, la produzione netta di energia è aumentata nel mese di giugno dell’1,5%. Una crescita spinta soprattutto dal fotovoltaico, che ha fornito il 5,7% di energia in più e del termico che ha registrato un 4,8% in più rispetto a giugno 2020. In calo del 37,8% invece la produzione di energia eolica tra il 2020 e il 2021.
Istat ha intanto pubblicato i dati sull’inflazione del mese di luglio 2021. Riportato anche l’andamento del prezzo dei beni energetici e, per i consumatori che fotografa la triste situazione di un innalzamento dei prezzi dell’energia. Tra giugno 2020 e 2021 il prezzo dell’energia è salito del 16,9%, con un +29,0% per la componente regolamentata dell’energia e un +11,2% per quella non regolamentata. Va anche detto che questi numeri vanno analizzati in relazione ai mesi in cui il prezzo delle materie prime era particolarmente in calo. Di fatto si registra comunque un aumento non indifferente che andrà a gravare sui portafogli dei consumatori, ovvero famiglie e imprese.
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