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I dati, presentati in conferenza streaming registrano un incremento rispetto al 2019 ma rispetto agli standard europei c’è ancora tanto lavoro da fare.
Il Centro di Coordinamento RAEE è l'organismo centrale che si occupa di ottimizzare la raccolta, il ritiro e la gestione dei Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche in Italia. Punto di riferimento per tutti i soggetti coinvolti nella filiera dei RAEE, opera mediante procedure e regolamenti derivanti da specifici accordi e convenzioni. In occasione della presentazione del Rapporto annuale 2020 sono stati pubblicati e diffusi i dati del 2020 in diretta streaming su RiciclaTV.
La raccolta dei rifiuti elettrici ed elettronici nel 2020 è cresciuta di oltre il 6% rispetto al 2019, superando le 365mila tonnellate su base annua. Nonostante le difficoltà causate dall’emergenza Covid, lo scorso anno sono state recuperate oltre 365mila tonnellate a livello nazionale, a fronte di un calo dei flussi del 40% legato al periodo del primo lockdown. Si tratta principalmente di “grandi bianchi” ovvero grandi elettrodomestici come frigoriferi e lavatrici (oltre 125mila tonnellate raccolte), mentre per i piccoli elettrodomestici è ancora difficile innescare il maccanismo del corretto conferimento.
Il Direttore generale CdC Raee, Fabrizio Longoni, si è soffermato sui dati partendo dall’analisi di 200mila 131 ritiri sull’intero territorio nazionale con una media di 564 ritiri al giorno registrati nel 2020. “È un obiettivo che ci rende soddisfatti e ci avvicina all’ipotesi di lavoro” ha dichiarato Fabrizio Longoni. Ad un anno dal primo lockdown, che per settimane aveva paralizzato l’intera filiera, i numeri del Centro di Coordinamento Raee restituiscono la fotografia di un sistema che anche nel corso di un periodo travagliato ha saputo recuperare e addirittura fare meglio dei 12 mesi precedenti.
Performance che, tuttavia, non consentono all’Italia di centrare il target UE del 65% di raccolta sulla media dell’immesso a consumo dei tre anni precedenti. Obiettivo che, va detto, resta al momento fuori dalla portata di gran parte dei paesi europei. A pesare sul percorso italiano verso i target comunitari la non capillare distribuzione dei centri di raccolta comunali, soprattutto al Sud, ma anche la gestione non corretta delle vecchie apparecchiature da parte dei distributori obbligati al loro ritiro in sostituzione dei nuovi elettrodomestici venduti. “A livello regionale l’Italia viaggia a tre velocità: complessivamente registriamo migliori dati al nord e peggiori al Sud, dove spiccano i numeri dell’ottimo andamento in Val D’Aosta con i suoi 10kg pro capite e dall’altra parte i 3 kg pro capite della Campania. Per raggiungere il target UE del 65% mancano ancora 50.000 tonnellate di grandi apparecchiature, 190.000 tonnellate di piccoli elettrodomestici e CE e 3.200 di sorgenti luminose”.
Durante la presentazione è stato inoltre dedicato spazio alla situazione nella Terra dei Fuochi e alle storie di illegalità legate allo smaltimento dei rifiuti, attraverso le voci di Alice Martinelli de le Iene, il Viceprefetto Capo di Gabinetto della Prefettura di Messina e Commissario della Terra dei Fuochi Filippo Romano, il Capitano della Guardia di Finanza Comandante Compagnia di Treviso Daniele Leonetti e il Coordinatore della Commissione Ambiente Anitec-Assinform Luca Cassani.
La situazione della Terra dei Fuochi è sicuramente la più nota ma il tema riguarda tutto il sud Italia. I roghi sono la parte terminale della filiera, che dipende dall’accumulo selvaggio e dallo smaltimento illegale di rifiuti tossici e pericolosi. Un problema che sta a monte poiché sia produttori sia distributori devono farsi carico di tutte le incombenze e necessità legate al mondo dello smaltimento dei rifiuti e della corretta gestione in ottica di legalità e sicurezza per la salute.
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