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Quando si parla di economia circolare ci si concentra spesso sul riciclo di materie organiche, plastiche e metalli, mentre viene riservata una troppo scarsa importanza ai rifiuti elettrici-elettronici RAEE.
L’Atlante Italiano di Economia Circolare ha stilato una classifica nazionale delle nostre regioni più virtuose in termini di recupero e riciclo, che ad oggi è guidata dalla Lombardia. A livello europeo, invece, troviamo l’Italia in testa alla graduatoria dei Paesi con il maggior tasso di circolarità.
Si tratta in realtà di un dato positivo ma non troppo: se consideriamo che gli altri Paesi dell’Unione stanno crescendo ad un ritmo decisamente superiore al nostro, questo primato sembra in effetti non essere destinato a durare ancora a lungo.
Un ruolo importante, in termini di rilevanza all’interno del complesso sistema dei rifiuti riciclabili, è giocato dai RAEE, i rifiuti di apparecchiature elettroniche ed elettriche.
La Commissione Europea ha divulgato a tal proposito un elenco di 27 materie prime critiche, una serie di elementi particolarmente delicati e rischiosi. Di queste, 16 sono comunemente contenute nei RAEE e questo fa di essi un elemento cruciale nel panorama dei rifiuti.
Purtroppo i dati relativi al sistema di recupero-smaltimento dei RAEE non sono per niente confortanti: si stima infatti che, a livello mondiale, soltanto il 20% di questi rifiuti venga gestito correttamente. È superfluo aggiungere che si tratta di una percentuale ancora troppo bassa.
Questo dato ci mostra due aspetti negativi: in primo luogo l’azione nociva che tali rifiuti esercitano sull’ecosistema globale. Ma se la questione ambientale è senza dubbio la più rilevante, non bisogna comunque commettere l’errore di trascurare il potenziale economico insito nei RAEE, rifiuti ricchi di elementi dall’elevato valore, facilmente trasformabile in risorsa e dunque in fonte di ricchezza.
A fronte di ciò, non c’è da stupirsi se si sono già sviluppate delle reti di commercio illegale: la possibilità di guadagno economico crea terreno fertile per il proliferare di attività per delinquere che, in questo caso, si manifestano con il traffico illecito di rifiuti elettronici.
Questo fattore, in aggiunta agli altri menzionati in precedenza, dovrebbe essere fonte di stimolo per le Istituzioni, al fine di creare una più corretta e sicura rete di gestione dei RAEE.
Un altro fattore che penalizza il settore della gestione dei RAEE è la mancanza di un regolamento unico nazionale, causa di un divario oggettivo tra le varie regioni, per la mancanza di strutture di raccolta adeguate o per l’incapacità delle Istituzioni locali ad organizzare e gestire il servizio.
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