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Secondo un rapporto Terna, nel periodo gennaio-ottobre 2019, le rinnovabili hanno generato 760 GWh in meno rispetto al 2018. La crescita di fotovoltaico ed eolico non placa le preoccupazioni in merito al raggiungimento degli obiettivi 2030.Come ogni mese, arriva puntuale il rapporto di Terna sulle performance del sistema elettrico nazionale. Un pretesto per fare un bilancio relativo al periodo gennaio-ottobre 2019 in relazione agli anni precedenti, e interrogarsi sulle prospettive future di un settore fondamentale, in ottica di decarbonizzazione.
Ebbene, dai dati Terna emerge che, nel periodo gennaio-ottobre 2019, le fonti rinnovabili hanno soddisfatto il 35,5% di una domanda di energia sostanzialmente stabile rispetto al 2018 (-0,3%), contro il 35,7% di un anno fa. Si tratta, dunque, di una differenza in negativo di circa 766 Gwh.
Per quel che riguarda la produzione totale interna, le rinnovabili hanno invece coperto finora il 39,9% contro il 41,2% di un anno fa.
Ma entriamo nello specifico. Nella “torta” delle rinnovabili, il fotovoltaico e l’eolico risultano in aumento rispetto al 2018, rispettivamente con il 23,7% e 16,2% del totale. Cala l'idroelettrico mentre risultano stabili bioenergie e geotermia.
Nel corso di quest’anno, il contributo dell’idroelettrico (37,9 TWh circa) è diminuito di 3,8 TWh (-9,4%) rispetto al 2018. Il fotovoltaico è aumentato del 9,9%, mentre l’eolico dell’8,1%. Ne consegue che eolico e fotovoltaico, insieme, nel 2019 hanno prodotto 3,1 TWh in più dello scorso anno, compensando solo in parte il calo dell’idroelettrico.
Nella produzione dei primi 10 mesi dell'anno, le due fonti insieme sono cresciute di soli 5,3 Twh rispetto al 2014 (circa il 16,8%). Un tasso che, se confrontato con il contributo che dovranno fornire queste due tecnologie da qui al 2030, viene considerato troppo basso e desta preoccupazione negli esperti.
Secondo la stessa Terna, infatti, “gli ambiziosi e condivisibili target fissati all’interno della proposta del PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima) prevedono, oltre al completo phase out dal carbone entro il 2025, che nel 2030 le FER coprano oltre la metà dei consumi lordi di energia elettrica (55,4%). A tale scopo entro il 2030 sarà necessaria l’installazione di circa 40 GW di nuova capacità FER, fornita quasi esclusivamente da fonti rinnovabili non programmabili come eolico e fotovoltaico”.
In questo 2019, fino ad ora, il fotovoltaico ha coperto l’8,4% della domanda e il 9,4% della produzione nazionale (nel 2018 sulla domanda era al 7,6% e all’8,8% sulla produzione). Il comparto è dunque cresciuto di 2 TWh rispetto allo stesso periodo 2018. Con i suoi 15,4 Tw, invece, l'eolico soddisfa il 5,7% della richiesta (contro il 5,3% del 2018) e il 6,5% del totale della produzione interna (contro il 6,1% del 2018).
Insieme, solare ed eolico hanno contribuito finora nel 2019 al 14,1% della domanda elettrica nazionale, mentre sul totale della generazione da tutte le fonti rinnovabili, a fine ottobre 2019, la quota di idroelettrico è del 39,8% (contro il 43,5% di un anno fa).
Per analizzare, infine, i trend del sistema, può essere utile soffermarsi sui dati del solo mese di ottobre. In tale periodo le rinnovabili hanno generato 7,7 TWh, soddisfacendo il 29,4% della domanda (quasi un punto in meno dell’ottobre 2018) e il 33,8% della produzione. Rispetto a ottobre 2018, il rialzo più significativo è quello del fotovoltaico (+21,6%), mentre l'eolico cala di quasi il 31% rispetto a ottobre 2018. Naturalmente, si attende la fine di dicembre per un quadro complessivo del 2019.
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