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Nonostante le tante belle parole e le millantate buone intenzioni, per i potenti della Terra sembra non ancora ben chiaro quale sia la strada giusta da percorrere per il futuro della produzione di energia e soprattutto dell’intero pianeta.
Mentre i notiziari rilasciano quotidianamente report sulla moltitudine di proteste pro-clima che si susseguono in tutto il pianeta, come i ricorrenti fridays for future, alle promesse fatte dai vari governi ancora non corrispondono le azioni.
I rischi per il pianeta e per l’uomo derivanti dalla minaccia dei cambiamenti climatici, ai quali innegabilmente stiamo già assistendo, sono noti ormai, ma ancora oggi sembrano non avere più importanza del denaro. È così che, mentre le discussioni dei rappresentanti dei governi in merito alle strategie da adottare per mettere un freno all’innalzamento delle temperature, i progetti per nuove realizzazioni di altre centrali a carbone si moltiplicano.
Le classiche parole al vento, che però, è proprio il caso di dirlo, ormai è nero: proprio il carbone, notoriamente la minaccia più grande per il nostro pianeta, continua imperterrito a fare proseliti su tutto il pianeta, anche se con una concentrazione diversa a seconda dei continenti.
La cosa che lascia più di stucco di tutta la questione è che, contemporaneamente alla rincorsa degli obiettivi dell’Agenda 2030 per cercare in tutti i modi di contenere l’aumento delle temperature nel limite di 1,5°C previsto per il 2030, per esempio, in alcune aree del pianeta si sta tuttora pianificando la costruzione di nuovi impianti di produzione di energia a carbone. Progetti la cui realizzazione non è solo prevista nel presente che stiamo vivendo ma, per alcuni, è stata già programmata per i decenni a venire.
Dal 2000 a oggi, la quantità di energia prodotta dal carbone è pressoché raddoppiata e, stando ai piani di “sviluppo” di qualche paese, nei prossimi anni continuerà ad aumentare. Come capita tristemente spesso, purtroppo i mali non vengono mai da soli e all’aumento dello sfruttamento del carbone previsto va ad aggiungersi anche una crescita, seppur con conseguenze diverse sul pianeta, dello sfruttamento del gas come fonte energetica.
Insomma, le tanto acclamate fonti rinnovabili sembrano non appassionare ancora poi così tanto, ma a consolare almeno in parte, abbiamo la consapevolezza che, quantomeno, questa tendenza sia presente praticamente soltanto in alcune zone dell’Asia, con Cina e India come protagonisti.
La decisione di proseguire sulla strada dello sfruttamento delle fonti fossili, per coloro che decidono di imboccarla, si rivelerà un’arma a doppio taglio. Il cambiamento climatico, secondo gli studiosi, sarà causa della riduzione della quantità di acqua in alcune zone del pianeta e del suo surriscaldamento ma, proprio l’acqua, è necessaria per il raffreddamento e il mantenimento delle centrali a carbone, gas e nucleari che conseguentemente non potranno più funzionare a pieno regime. È proprio il caso di dirlo: oltre il danno, la beffa.
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4 Novembre 2024Iscriviti alla nostra Newsletter!
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