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Nel 2005 Caterpillar e Rai Radio2 chiedevano per la prima volta agli spettatori in ascolto di spegnere le luci in case e uffici, un gesto simbolico contro lo spreco energetico: da allora sono passati 14 anni e la giornata “M’Illumino di Meno” è diventata uno spiraglio di luce sulle buone pratiche: dall’Arena di Verona alla Torre Eiffel, non si contano i palazzi europei che sono stati spenti in nome di uno stile di vita più sostenibile.
L’edizione 2019 torna il 1° marzo a coinvolgere cittadini e amministratori sul tema del risparmio energetico, questa volta concentrandosi sull’economia circolare: riutilizzare i materiali, ridurre gli sprechi, rigenerare i propri comportamenti.
Viene da chiedersi se sia ancora necessario spingere per un futuro più responsabile e quanto convenga in termini economici. È presto detto, conviene, e non solo all’ambiente: secondo un recente studio promosso da Conai “L’Economia Circolare in Italia – la filiera del riciclo asse portante di un’economia senza rifiuti”, la circular economy muove 88 miliardi di euro e dà lavoro a 575.000 persone: l’Italia si dimostra tra le realtà più dinamiche e capaci di affrontare un cambiamento epocale, anche se non mancano preoccupazioni e freni. Legambiente ha infatti da poco lanciato una sfida al Governo, chiedendo di abbattere precisi ostacoli normativi a favore di un’economia sostenibile e a basso impatto ambientale, che sia in grado di creare investimenti, occupazione e innovazione sul territorio.
Ma la responsabilità di un cambiamento serio e duraturo non può essere lasciata nelle sole mani delle istituzioni. Il terreno su cui si muove la lotta allo spreco è anche quello della quotidianità, così come ricordano Caterpillar e Rai Radio2 con la giornata “M’Illumino di Meno”: il 1° marzo 2019 sarà una nuova occasione per ri-pensare il proprio vivere quotidiano, ad esempio ri-vedendo il proprio abitare in quartiere, ri-scoprendo un bacino di persone disponibili a scambiarsi oggetti e idee; ri-lamando un pavimento senza optare per una sostituzione immediata; ri-pescando qualche bel vestito dimenticato nell’armadio e perché no, ri-acchiappando un sacco di rifiuti durante una corsa. Proprio questa è una delle ultime tendenze arrivate dalla Svezia, che punta a creare una connessione tra il desiderio di tenersi in forma e la necessità di ripulire dai rifiuti le aree percorse facendo jogging, si chiama plogging, dallo svedese “Plocka upp”, raccogliere”.
E non è l’unica soluzione che arriva da un mondo sempre più orientato verso stili di vita anti spreco e votati alla condivisione. Complici i social network, dall’Inghilterra arriva la proposta di fare della corsa un servizio per la comunità e grazie a “Goodgym” sempre più persone si impegnano a dedicare la propria corsa mattutina ad un servizio utile: che sia fare la spesa per qualcuno che non può muoversi da casa, così come correre a portare le medicine ad un anziano che ha perso l’autonomia, il trend inizia a prendere piede e al di là del benessere fisico riesce a rimettere in circolo energie positive.
Che si parli dunque di iniziative istituzionali o semplici stili di vita cittadini, la giornata di sensibilizzazione “M’illumino di Meno” ha un messaggio chiaro e forte per questo nuovo anno: recuperare, ri-utilizzare, ri-generare, prima di tutto le nostre abitudini. E in fretta. Perchè in fondo, forse l’unica vera risorsa su cui dobbiamo smettere di risparmiare, è il tempo.
Marta Mainini
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