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Nel suo convegno “La corsa ad ostacoli dell’economia circolare in Italia”, Legambiente offre interessanti spunti di riflessione per favorire un’economia sostenibile e a basso impatto ambientale.
Il 33% dei rifiuti prodotti in Italia stanno aspettando dei decreti End of waste (Eow): questo è il primo dato significativo emerso durante il convegno Legambiente tenutosi il 6 febbraio a Roma, dedicato allo stato dell’economia circolare in Italia.
Il convegno ha visto il confronto delle Istituzioni, rappresentate dal ministro dell’ambiente Sergio Costa, con esperti del settore e altri membri del Parlamento. L’obiettivo di Legambiente è quello di proporre un nuovo passo per l’economia circolare, traducendo questo suo obiettivo in dieci proposte rivolte a Governo e Parlamento.
I dati
Secondo le stime presentate da Legambiente, ad oggi circa 55 milioni di tonnellate di rifiuti, su un totale tra urbani, speciali e pericolosi di 165 milioni di tonnellate, sono in attesa di decreti End of Waste che semplificherebbero l’iter del riciclo, evitando di finire in discariche e inceneritori.
Si tratta di una percentuale vicina al 33% del totale ed è costituita da prodotti come assorbenti, rifiuti da costruzione e demolizione, plastiche miste, carta da macero, oli di frittura e scorie di fonderia.Dare un incentivo all’economia circolare conviene allo Stato, perché riduce le importazioni di materie prime, all’ambiente e alla salute dei cittadini.
Cosa ostacola la corsa all’economia circolare?
Alla luce dei dati emersi nell’analisi, l’associazione ambientalista ha lanciato una nuova sfida al Governo, che consiste in dieci proposte che mirano ad abbattere tutte le barriere non tecnologiche all’attuazione di misure a vantaggio dell’economia circolare.
Sì, perché per accelerare la corsa dell’economia circolare bisogna abbattere tutti quegli ostacoli normativi che impediscono di riciclare prodotti e avere un’economia davvero sostenibile e a basso impatto ambientale. Gli ostacoli hanno a che fare con l’eccessivo iter burocratico, l’assenza di decreti End of Waste, il mancato consenso sociale per la realizzazione dei fondamentali impianti di riciclo.
Come chiarisce Stefano Ciafani, Presidente nazionale Legambiente “Il 2018 è stato l'anno dell’approvazione del pacchetto europeo sull'economia circolare, ma il 2019 dovrà essere un anno determinante per la sua attuazione. Perché questo avvenga è necessario però rimuovere gli ostacoli non tecnologici che nel nostro Paese sono ancora presenti. L'economia circolare non è solo un modo per uscire dalle tante emergenze rifiuti, ancora dislocate in Italia, ma vuol dire creare investimenti, occupazione ed economia sul territorio, e bisogna avere il coraggio di andare in questa direzione".
In che modo è possibile procedere verso questa strada? “Abbiamo lanciato - ha continuato il Presidente Ciafani - al Governo e al Parlamento questo pacchetto di 10 proposte che devono essere messe al centro dell'agenda politica nazionale per far sì che l'Italia, culla di diverse esperienze di successo, possa assumere una vera e propria leadership in Europa in questo settore, dopo aver già fatto scuola nella lotta al marine litter”.
Le 10 proposte Legambiente
Ecco le dieci proposte presentate da Legambiente per favorire l’economia circolare in Italia:
- Una legislazione efficace sull’End of Waste perché, come spiegato dal Presidente Ciafani “Il ciclo dei rifiuti va semplificato al massimo, altrimenti il rischio di dover aumentare i rifiuti di origine domestica o produttiva in discarica, al recupero energetico o all'estero diventa sempre più concreto”;
- Più impianti per il riciclo e il riuso dei rifiuti urbani e speciali rendendo autosufficienti le regioni;
- Una tariffa puntuale e obbligatoria per ridurre e prevenire la produzione dei rifiuti grazie ai sistemi di raccolta domiciliare, sul modello di quanto già fatto con legge regionale in Emilia Romagna o Lazio;
- Una nuova ecotassa sui rifiuti in discarica basata sui quantitativi pro capite di secco residuo smaltito;
- Costruire un mercato dei prodotti realizzati con le norme relative al Green Public Procurement (GPP) e l’applicazione obbligatoria dei Criteri ambientali minimi (Cam) nelle gare d’appalto;
- Rafforzare il sistema dei consorzi obbligatori senza pensare a ulteriori aperture al mercato che hanno sempre fallito in questo settore nel passato;
- Garantire più controlli lungo tutta la filiera dei rifiuti, urbani e speciali, per combattere la concorrenza sleale e i traffici illeciti con l’emanazione dei decreti ministeriali della legge 132/2016 che ha istituito il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente formato da Ispra e dalle Arpa;
- Una più incisiva azione di controlli a tappeto sul territorio nazionale che serve ad esempio anche a contrastare la vendita dei sacchetti fuori legge;
- Garantire il rispetto del bando dei cotton fioc non compostabili;
- Valutare la regolarità delle fideiussioni degli impianti di gestione rifiuti.
Importante anche approvare in tempi rapidi il disegno di legge Salvamare sulla plastica monouso, unificandone i contenuti con il pdl sul fishing for litter avanzato da Rossella Muroni, per consentire ai pescatori di fare gli spazzini nel mare.
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