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Lo sfruttamento dell’energia dal mare è a uno stadio di sviluppo meno avanzato rispetto a quello di altre risorse rinnovabili, tuttavia sono diversi i progetti che si stanno attivando per far decollare anche questo settore di energie green, o meglio blue.
Si sono individuate sei differenti fonti da cui trarre energia derivante dal mare: onde, maree, correnti di marea, correnti marine, gradienti di temperatura, gradienti di salinità. Il Mar Mediterraneo, avendo un bacino praticamente chiuso, non possiede le caratteristiche utili a sfruttare tutte queste fonti ma ricava energia principalmente dalle correnti di marea, dalle onde e dalla differenza di salinità. È necessario tenere in considerazione che l’energia del moto ondoso, utile per la conversione in energia elettrica, è relativamente più bassa se confrontata con quella che si può ottenere da un Paese che si affaccia sull’oceano.
Dal 1986 la Commissione Europea sostiene le attività di ricerca e sviluppo sulla conversione dell’energia marina. I primi risultati sono rintracciabili nel 1993 quando la stessa CE finanziò una serie di conferenze internazionali sull’energia del moto ondoso prima ad Edimburgo, poi a Lisbona, a seguire a Patrasso ed infine a Aalborg (DK, 2000). Ad oggi, tuttavia, lo sfruttamento della blue energy non è ancora totalmente decollato.
Nel 2017 nasce il progetto di ricerca PELAGOS Blue Energy Cluster (iniziativa all’interno del programma Interreg-Med e co-finanziata dal Fondo europeo di sviluppo regionale) che, coinvolgendo diversi Paesi quali Spagna, Francia, Italia, Grecia, Croazia, Cipro e Portogallo, ha lo scopo comune di incrementare la capacità di innovazione e di cooperazione internazionale in tema di energia marina, in tutte le sue possibili declinazioni.
A mostrare l’importanza e l’efficienza dell’utilizzo dell’energia marina è stato anche un gruppo di ricercatori dell’Università di Siena e dell’Istituto Tecnico Sarocchi che si sono recati a Malaga per spiegare agli studenti le potenzialità dell’energia derivata dal mare. È l’Università di Siena a coordinare il progetto di ricerca - denominato MAESTRALE - incentrato sulla divulgazione delle potenzialità della blue energy. Lo scopo non è solo diffondere una maggior consapevolezza tra i cittadini ma rivolgersi in particolar modo alle istituzioni, per porre al centro del dibattito non solo la quantità di energia che si può ricavare dal moto ondoso, dalle maree, dalla temperatura, ma anche la possibilità di sfruttare le biomasse acquatiche utilizzando impianti eolici off-shore.
“L’utilizzo delle blue energy – spiega il professor Simone Bastianoni, responsabile scientifico del progetto MAESTRALE – è ancora ad uno stato embrionale nell’area del Mediterraneo. MAESTRALE vuole rafforzare la collaborazione fra centri di ricerca, imprese e istituzioni per promuovere il trasferimento tecnologico e generare la massa critica necessaria per farlo decollare, mantenendo alta l’attenzione sul valore ambientale e culturale. Siamo orgogliosi di trovarci oggi alla guida di questo importante progetto europeo” prosegue Bastianoni “Il nostro gruppo, team interdisciplinare composto da chimici, fisici, biologi, economisti e ingegneri, si occupa infatti da anni di ricerca sui temi della sostenibilità e potrà dare un contributo decisivo all’analisi”.
Questi sistemi di produzione di energia derivante dal mare possono essere particolarmente interessanti anche per le molteplici isole italiane (e non solo) in cui attualmente vengono sfruttate centrali termoelettriche a gasolio per l’approvvigionamento energetico, gravoso non solo a livello economico ma anche ambientale. Inoltre, lo sviluppo dei sistemi di assorbimento e conversione energetica di tipo costiero, sia di tipo galleggiante che a barriere sommerse poggiate su bassi fondali, può avere una valenza significativa per la riduzione dei fenomeni di erosione costiera.
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