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Dal 1 luglio entrano in vigore le nuove linee guida GRI per la redazione dei Bilanci di sostenibilità. Intanto, le aziende chiamate a rendicontare il proprio impatto ambientale e sociale devono fare i conti con la difficoltà di trovare un linguaggio comune con i propri stakeholder.
Per lungo tempo, la rendicontazione dei costi e dei ricavi aziendali ha avuto carattere parziale, in quanto focalizzato soltanto sull’aspetto economico. Il bilancio di sostenibilitàinvece, ovvero la valutazione dell’impatto ambientale e sociale delle attività aziendali, è stato fino allo scorso anno una scelta volontaria. La direttiva “Barnier” 95/2014 ha cambiato le carte in tavola, rendendo obbligatorio il bilancio per tutte le aziende con più di 500 dipendenti e determinati requisiti patrimoniali (un totale dell’attivo dello stato patrimoniale superiore a 20 milioni di euro oppure ricavi netti superiori a 40 milioni).
Dal 1 luglio 2018, inoltre, è prevista una ulteriore novità: la Global Reporting Initiative ha aggiornato gli standard per la redazione del Bilancio di Sostenibilità, con 36 linee guida che riguardano tematiche quali le emissioni di gas serra, l’impronta idrica, il consumo di energia, le politiche relative ai lavoratori. L’intento è quello di fornire alle aziende un linguaggio comune per tutte le aziende, trasparente e chiaro agli occhi degli stakeholder. Il bilancio di sostenibilità pone l’accento sulla responsabilità delle aziende nei confronti delle zone in cui operano e dell’ambiente in generale, rendendo ancor più evidente la necessità di restituire valore avvicinandosi alla realizzazione di un’economia circolare nella quale nessuna attività è a se stante, ma tutte devono fare i conti con gli ecosistemi ambientali, economici e sociali nelle quali sono inserite.
Segue le precedenti linee guida GRI “G4 Sustainability Reporting Guidelines” anche il primo bilancio di sostenibilità pubblicato da Seta, responsabile del trasporto pubblico locale di Modena, Reggio Emilia e Piacenza. Tra i dati pubblicati dall’azienda si evidenzia il risparmio di emissioni di CO2 pari a 76.630 tonnellate annue, calcolato sulla base del traffico veicolare privato evitato. Nel 2016 inoltre è stata raggiunta quota 81% di veicoli della flotta alimentati a metano, a fronte di un lieve calo dei consumi elettrici.
Completamente aggiornato anche il bilancio di Hera, dal quale si evince nel corso del 2017 un aumento del MOL (il margine operativo lordo) posto a valore condiviso del 10%, pari a 329 milioni di euro. L’azienda si è posta come obiettivo per il 2021 il raggiungimento del 40%. Tra i bilanci delle grandi aziende presentati di recente si annoverano anche Ferrero e Costa Crociere. Quest’ultima, in particolare, ha posto l’accento sul progetto 4GOODFOOD, attraverso il quale punta a ridurre lo spreco alimentare sulle navi del 50% entro il 2020.
I nuovi standard saranno forse utili anche a migliorare l’opinione pubblica nei confronti dei Bilanci di sostenibilità aziendali: una recente ricerca promossa dal Centro Studi Codacons-Comitas ha evidenziato infatti come gli italiani percepiscano la maggior parte delle rendicontazioni ambientali e socialicome poco chiare e trasparenti. Nonostante il 56% degli intervistati abbia dichiarato di considerare l’impatto ambientale come un driver decisionale nella scelta di prodotti e servizi, dopo il prezzo e la qualità, dallo studio è emerso che soltanto lo 0.25% dei cittadini ha letto almeno una volta un bilancio di sostenibilità: segno che, nonostante il riconoscimento dei valori, la cultura ambientale e sociale deve ancora maturare. Le aziende, intanto, sono chiamate sempre più a contribuire a coltivarla.
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