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+1° ogni 10 anni: secondo una ricerca americana l'aumento delle temperature nelle grandi città a causa del riscaldamento globale accresce il rischio mortalità.
Secondo uno studio dell'Università della California di Irvine, pubblicato su Earth's Future, il livello di calore nelle giornate estive starebbe crescendo due o tre volte più rapidamente rispetto all'aumento di temperatura media registrata negli ultimi 50 anni. Il responsabile? Ancora una volta il riscaldamento globale, coadiuvato da un imponente fenomeno di urbanizzazione. Gli esperti sostengono, infatti, che il numero di città con almeno 5 milioni di persone è raddoppiato negli ultimi due decenni.
Capofila di questo fenomeno sarebbero soprattutto i Paesi in via di sviluppo, in cui le popolazioni non hanno peraltro a disposizione mezzi materiali da investire in contromisure per difendersi dal caldo crescente e dalle criticità ad esso connesse. “Molte delle persone che vivono nelle grandi città non hanno accesso all’aria condizionata o altre alternative per proteggersi”, ha dichiarato Simon Michael Papalexiou, ingegnere ambientale e autore principale della ricerca. Le autorità locali saranno dunque costrette a prendere nuove misure per salvare vite umane.
Un problema destinato ad aggravarsi. Attualmente, infatti, oltre la metà della popolazione mondiale vive in grandi aree urbane, ma si stima che entro il 2050 la percentuale lieviterà al 65%. E allora cosa fare? Secondo Papalexiu, le parole chiave sarebbero green e smart: “cambiare per esempio gli stili architettonici e lasciare più aree verdi con alberi e piante che contribuiscono ad abbassare le temperature, sarà fondamentale per ridurre questa minaccia”, ha concluso Papalexiou.
L'analisi, che ha esaminato i dati di 9 mila stazioni meteorologiche di tutto il mondo, ha rilevato che le temperature globali sarebbero aumentate, in media, di 0,2 gradi centigradi ogni dieci anni negli ultimi cinquanta, mentre in città come Parigi, Barcellona, Houston, Mosca e Pechino l’aumento per decennio delle temperature sarebbe stato di circa un grado. Lo studio collega questi incrementi consistenti alle calamità che avrebbero causato quasi 70mila morti in Europa nel 2003 e circa 55mila morti in Russia nel 2010.
Che il riscaldamento globale sia una gravissima minaccia collettiva non è più una novità. Tuttavia, questo studio mette l'accento su un fattore -il rischio mortalità- difficile da ignorare. A fronte dell'avvertimento e dei dati riportati, impedire ulteriori disastri attuando al più presto contromisure fattive e concrete sembra un dovere imprescindibile per l'agenda politica internazionale. Per evitare di piangere, ancora una volta a posteriori, sul latte versato.
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4 Novembre 2024Iscriviti alla nostra Newsletter!
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