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Un gigantesco impianto nelle acque dell’Atlantico potrebbe fornire energia sufficiente a coprire il fabbisogno di tutto il mondo: il futuro della produzione energetica è nei venti che accarezzano gli oceani?
La soluzione ai problemi energetici? È già qui e c’è sempre stata. Questo è quanto sostengono Anna Possner e Ken Caldeira, ricercatori del Carnegie Insitution for Science della Stanford University (CA), riferendosi all’energia eolica. Secondo gli studi condotti dal duo di esperti, l’energia del vento disponibile nel nord dell’Atlantico sarebbe sufficiente a soddisfare il fabbisogno dell’intero Pianeta.
La prima domanda che sorge spontanea è: perché proprio un impianto offshore? Le simulazioni degli studiosi hanno permesso di offrire una pronta risposta: sulla terraferma le pale rotanti dell’impianto creano una barriera che limita la quantità di aria in movimento che può venire trasformata in energia. Questo non accade nelle acque del nord dell’Atlantico, le quali riscaldano l’aria rendendone disponibile una maggiore quantità in movimento.
Va però sottolineato che la quantità di energia sfruttabile prevista dallo studio è basata su una media annuale: la produzione, in realtà, sarebbe altamente legata alla stagionalità, con cali di produzione che possono arrivare ad un quinto rispetto al pieno potenziale. Tuttavia, anche in queste condizioni l’impianto sarebbe sufficiente a soddisfare le esigenze energetiche di tutta l’Unione Europea. Nonostante le condizioni atmosferiche, il progetto sarebbe realizzabile e con costi economici sostenibili, affermano gli scienziati. Si tratta di una proposta meno visionaria di quanto si potrebbe pensare: altrove nel mondo si stanno già facendo importanti passi avanti nello sviluppo di impianti eolici galleggianti.
Nel 2016, l’Europa è arrivata ad un picco di 14.384 MW di potenza installata e da poche settimane il vecchio continente ha dato il suo ufficiale benvenuto alla prima piattaforma eolica offshore galleggiante. L’impianto è stato realizzato nel Mare del Nord, al largo delle coste di Peterhead, in Scozia, con cinque enormi turbine capaci di generare un totale di 30 megawatt di elettricità. L’impianto eolico, chiamato Hywind, è in grado di fornire energia a 20.000 edifici residenziali.
Dal momento che i venti sono più costanti al largo rispetto che sulla terraferma, gli impianti galleggianti offshore costituiscono una soluzione capace di garantire buona costanza nella produzione e potrebbero risultare particolarmente sfruttabili, ad esempio, per rispondere al fabbisogno energetico degli Stati Uniti: secondo il Bureau of Ocean Energy Management, circa la metà della popolazione statunitense vive in aree costiere. Prima di lanciarsi nell’installazione di massa, però, le singole Nazioni devono fare importanti considerazioni: non è ancora stato valutato in modo esaustivo l’impatto di queste grandi turbine sugli ecosistemi marini. È bene ricercare risposte chiare, poiché di certo non è un aspetto possibile da trascurare.
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Water Management Report
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