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Gestire la governance ambientale e le questioni sociali legate a flussi migratori e terrorismo sono le principali sfide per l’Europa: a Milano un convegno di Legambiente discute del ruolo del Vecchio Continente nelle nuove dinamiche globali.
La questione climatica richiede nuove strategie sociali, politiche ed economiche, decise azioni di contrasto agli impatti ambientali inserite in percorsi di pace e sviluppo: riuscirà l’Europa a tenere il passo alle sfide globali conservando il suo ruolo di leadership? Questo l’interrogativo alla base del convegno “Un clima diverso per l’Europa” organizzato da Legambiente presso l’Acquario Civico di Milano il 10 dicembre.
Durante l’evento pre-congressuale, l’Associazione del cigno verde ha invitato esponenti della politica, della cultura e dell’associazionismo italiano ed internazionale a discutere sul ruolo dell’Europa in un contesto globale dagli equilibri geo-politici sempre più complessi.
“La gestione delle questioni climatiche richiede di essere affrontata con uno spirito europeo unitario. - ha dichiarato Roberto della Seta, della direzione nazionale di Legambiente - Per affrontare con efficacia i temi della crisi ecologica, è fondamentale superare i concetti legati a nazionalismi e confini. A livello globale, negli ultimi venti anni, l’Europa ha fatto da battistrada nel campo della normativa ambientale, adesso, per non perdere il ruolo di leadership è necessario adottare un green new deal internazionale che si basi su innovazione, economia circolare e partecipazione”.
In riguardo alle dimensioni sociali legate ai cambiamenti climatici, durante il Convegno è stata inoltre evidenziata la duplice connessione tra terrorismo e contrabbando di petrolio, rifugiati ambientali e flussi migratori.
A questo proposito, il professore e filosofo dello IULM di Milano, Mauro Cerruti, ha fatto riferimento a un cambiamento antropologico in termini di accoglienza, e, in termini economici, all'ipotesi di un nuovo piano Marshall per promuovere un percorso comune a tutti i Paesi del Mediterraneo, che abbia la propria chiave di sviluppo nell'adozione diffusa di tecnologie sostenibili e delle energie rinnovabili. “La coscienza ecologica - ha dichiarato Cerruti - dovrà essere elemento fondante della coscienza politica, quest’ultima incentrata in egual misura sugli aspetti economici quanto su quelli legati alla conservazione dei beni comuni e della salvaguardia ambientale”.
In un'ottica di condivisione di responsabilità a livello globale, i numerosi interventi del Convegno si sono articolati su valutazioni intorno alla capacità di agire dell’ Europa, nell'intercettare e indirizzare le azioni politiche e i fondi monetari necessari per guidare, anziché subire, il processo di trasformazione in corso. Nonostante le criticità, individuare le risposte possibili, sarà un compito inevitabile.
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13 Aprile 2024Iscriviti alla nostra Newsletter!
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