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Dai progetti Enel per favorire l'accesso all'elettricità sino ai nuovi materiali per l'edilizia, i rifiuti si rivelano preziosi nei territori poveri di ogni altra risorsa.
Il corretto smaltimento dei rifiuti si trasforma in una vera e propria emergenza sia sanitaria che ambientale nelle aree del mondo caratterizzate dalla presenza di enormi discariche a cielo aperto. La situazione è resa ulteriormente grave e complessa dalla condizione di estrema povertà in cui versa la popolazione che vive in questi territori.
Sono condizioni difficili anche per dare vita a progetti di sensibilizzazione nei confronti del riciclo delle risorse, ma è proprio su questo fronte che si misurano i tre recenti progetti Enel Ecoelce, Ecoampala e Ecochilectra, i primi due attivi in Brasile e l'ultimo in Cile. L'intento dell'azienda è duplice: da una parte migliorare le condizioni di vita e ambientali locali, dall'altra porre un freno ai frequenti furti di energia da parte della popolazione.
I cittadini sono stati invitati a portare i propri rifiuti presso punti di raccolta segnalati, in cambio di sconti in bolletta commisurati alla quantità e alla tipologia degli scarti consegnati. Si sono volute così creare condizioni favorevoli per l'accesso all'elettricità da parte delle fasce più povere della popolazione locale, promuovendo la cultura della legalità e del rispetto ambientale.
In Brasile, nello Stato del Cearà, il progetto Ecoelce è attivo già dal 2009: da allora, ha permesso di raccogliere ben 14 tonnellate di rifiuti, tradotti in 590mila euro di sconti per 419mila clienti dell'azienda energetica.
Nel frattempo, in tutto il mondo si ricercano soluzioni che possano rispondere ai problemi di reperimento di materia prima e di smaltimento dei rifiuti, con risultati talvolta curiosi e di inaspettato successo: è il caso degli Ecobricks, materiale da costruzione nati in Guatemala e diffusi in molte aree del Sud del mondo. Una proposta tanto semplice quanto innovativa: utilizzare bottiglie di plastica di due litri, riempite di rifiuti non biodegradabili, per realizzare edifici dalle ottime caratteristiche di isolamento. L'idea dell'attivista Susana Heisse, sostenuta dalla fondazione Hug It Forward, ha già portato alla realizzazione di 38 scuole nel solo territorio del Guatemala. In tutto il mondo, le scuole realizzate a partire da rifiuti sono già 61.
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