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I più recenti dati Eurostat rivelano una curva discendente nella produzione di scarti in Europa e un aumento del riciclo. Alcuni fattori di influenza, però, potrebbero in futuro portare all'inversione di tendenza.
Produzione di rifiuti in costante calo sul territorio europeo e raccolta differenziata in progressiva crescita: questo è il quadro delineato dai recenti dati diffusi da Eurostat, i quali prendono in esame il periodo temporale compreso tra il 2007 e il 2013.
In quest'ultimo anno oggetto di analisi, i rifiuti urbani europei prodotti pro capite sono stati pari a 481 kg, dei quali il 43% è stato destinato al riciclo o al compostaggio. Si tratta di un numero che conferma la curva discendente già rilevata a partire dal 2007 e in netto contrasto con il picco produttivo del 2002, quando i rifiuti pro capite raggiunsero i 527 kg.
Non è tutto oro, però, quello che luccica: la notizia è sicuramente buona, ma occorre fare i conti con la realtà economica. E' indubbio, infatti, che la produzione di rifiuti urbani sia strettamente legata alla recessione che ha caratterizzato gli anni presi in esame e nulla al momento può garantirci che, in caso di una nuova crescita, non tornino a lievitare anche le quantità di rifiuti prodotti annualmente da ciascun cittadino europeo.
A far temere per questa prospettiva sono i dati stessi che caratterizzano le produzioni nazionali: a produrre meno rifiuti sono le nazioni più in difficoltà, mentre livelli maggiori, salvo qualche eccezione, si riscontrano laddove le economie sono più forti. Romania, Estonia e Polonia sono i Paesi con più bassa produzione di rifiuti, inferiore ai 300 kg pro capite. Saliamo appena sopra tale soglia per Slovacchia, Repubblica Ceca e Lettonia.
Al contrario, in cima alla lista dei Paesi con i più alti livelli di produzione di rifiuti urbani pro capite troviamo la Danimarca, con 747 kg. Restano al di sopra dei 600 kg anche Lussemburgo, Cipro e Germania, seguiti da Irlanda, Austria, Malta, Francia, Paesi Bassi e Grecia al di sopra dei 500 kg.
Buoni, ad ogni modo, i risultati italiani rispetto alla totalità dei Paesi presi in esame: 491 kg pro capite è la quantità di rifiuti prodotta, con percentuali di riciclo decisamente migliorabili. Di questi scarti, infatti, il 38% finisce in discarica (contro una media europea del 38%) e il 21% (media europea 26%) negli inceneritori. Le restanti percentuali, in linea con la media europea, si dividono tra riciclo (26%) e compost (15%).
La situazione si complica ulteriormente se si considera che la Danimarca, il maggior produttore di rifiuti in Europa, ne ricicla il 28% e ne composta il 17%, destinandone soltanto il 2% alle discariche, mentre la Romania, nonostante le sue basse produzioni, conferisce in discarica il 97% dei rifiuti prodotti. I dati, insomma, lasciano spazio a buone speranze in quanto a riduzione degli scarti e relativo smaltimento sostenibile, ma la direzione futura dell'Europa in merito è ancora molto incerta e ci sono fondatissime ragioni di credere che gli sviluppi economici avranno, a tal proposito, non poca rilevanza.
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