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Secondo una recente indagine Assorel, la maggior parte delle persone concordano nel considerare l'impatto ambientale di un prodotto una discriminante nella scelta, ma i comportamenti virtuosi quotidiani sono ancora pochi.
L'attenzione alla sostenibilità ambientale e sociale dei prodotti non è solo qualcosa di cui piace parlare: per gli italiani si traduce in scelte quotidiane concrete, ad esempio nel momento di fare la spesa. Eppure, se una certificazione o un marchio di sostenibilità sono in grado di condizionare la scelta anche a fronte di un prezzo leggermente superiore a quello della concorrenza, in Italia la conoscenza su quali effettivamente siano i comportamenti virtuosi e le scelte sostenibili è ancora molto vaga e, spesso, confusa.
A disegnare questo quadro di buone intenzioni ma scarsa preparazione è una recente indagine condotta da Swg per Assorel, dalla quale emergono dati molto contrastanti. Lo studio si basa su un sondaggio realizzato tramite un campione di 1500 individui, ai quali sono state sottoposte domande relative al valore dato alla sostenibilità dei comportamenti individuali e collettivi. Se, infatti, il 74% degli intervistati ha confermato di prestare attenzione all'impatto delle proprie azioni e di ritenere la sostenibilità un valore importante, ben l'85% ha mostrato scarsa fiducia nelle azioni sostenibili dei propri connazionali.
Un quadro altrettanto variegato emerge quando si indagano, nello specifico, quali sono le azioni sostenibili: se il 90% degli italiani dichiara di prestare attenzione alle informazioni relative all'impatto ambientale dei singoli prodotti fornite dalle aziende, precipita al 3% il numero di italiani che sfruttano servizi di car sharing e di car pooling per i propri spostamenti quotidiani, mentre appena il 18% dichiara di preferire la bicicletta come mezzo di spostamenti in città.
Alla quattro ruote, insomma, proprio non si vuole rinunciare, preferendo indirizzare la propria attenzione su altri aspetti, come la raccolta differenziata (51%), la riduzione della temperatura del riscaldamento domestico (52%), la riduzione degli sprechi d'acqua (48%), rispettando l'ambiente urbano (59%) ed evitando di gettare materiali inquinanti negli scarichi (65%).
Quest'ultimo dato, insieme a quello relativo alla differenziazione dei rifiuti, permettono di far emergere un'altra contraddizione nei comportamenti green degli italiani: infatti, soltanto il 31% dichiara di prestare attenzione all'uso razionale dei detersivi, mentre scende al 16% la percentuale degli individui che fanno attenzione all'uso di materiali eco sostenibili e di coloro che prediligono prodotti con imballaggi ridotti e facilmente differenziabili.
L'indagine rivela, insomma, un paese lastricato di buone intenzioni, che non sempre si sanno mettere in pratica in ogni aspetto del quotidiano. Di questa confusione hanno percezione gli stessi intervistati, il 68% dei quali ha espresso il desiderio di norme più chiare per quanto riguarda la tracciabilità dei prodotti e la necessità di una maggiore trasparenza relativa alla sostenibilità da parte delle aziende.
Nonostante le discrepanze relative ai comportamenti concreti, dal sondaggio emerge con chiarezza una importante informazione: la sostenibilità viene percepita come valore e non come moda o argomento per una élite culturale. Resta da capire se essa è ritenuta talmente importante da spingere a buoni comportamenti, oppure soltanto da spingere a mentire un po' per apparire più virtuosi...
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26 Giugno 2020Iscriviti alla nostra Newsletter!
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