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La Piattaforma della finanza sostenibile è vicina al flop? L’abbandono a settembre di cinque ong ambientaliste e altrettante associazioni civili ha sicuramente aperto una crepa. Ad ottobre però è scaduto il mandato biennale e la Piattaforma ha emanato un bando per far spazio a nuovi membri. Sembra a rischio un progetto di cooperazione che deve tracciare la strada del futuro sostenibile per 447,7 milioni di europei.
Un meccanismo di cooperazione a rischio flop. E’ quello della Piattaforma sulla Finanza Sostenibile (IPFS) della Comunità Europea, dal 12 ottobre ufficialmente in cerca di nuovi membri. Il bando è stato pubblicato nella sezione dedicata alle attività del gruppo, si legge, a scadenza dell’attuale mandato. Un rinnovamento che non nasconde un certo tempismo, considerati gli addii di dieci (dei 50) enti aderenti, tra cui l'Organizzazione europea dei consumatori (BEUC), Birdlife Europe and Central Asia, Environmental Coalition on Standards (ECOS), Transport & Environment e il WWF European Policy Office. I gruppi della società civile hanno inviato una lettera al Commissario Europeo Mairead McGuinnes il 13 settembre motivando le loro dimissioni, mentre WWF ha affidato le proprie riflessioni alle dichiarazioni dell’economista WWF Epo Sebastien Godinot, unendole a quelle del direttore di Finanza Sostenibile Transport and Environment Luca Bonaccorsi.
“I governi e le lobby europee hanno minato pesantemente la credibilità della Tassonomia UE e la Commissione si è piegata di fronte a loro - ha spiegato Godinot - Non crediamo più che questa Commissione permetterà alla Piattaforma di lavorare in modo indipendente e con integrità, quindi non possiamo più far parte di questo processo”.
Luca Bonaccorsi, ha messo un chiaro accento sulle “distrazioni” che stanno interessando la Tassonomia. “La tassonomia UE doveva essere uno strumento per combattere il greenwashing. Invece, è diventata un pericoloso strumento di greenwashing, con incentivi per il gas fossile, il biogas, il disboscamento indiscriminato e l’incendio delle foreste. Dopo anni passati a cercare di costruirlo, ora è il momento di fare una campagna per convincere gli investitori a non seguirlo”. Entrambi i nomi sono comunque presenti all’interno del Final Report of Minimum Safegards dell’11 ottobre, redatto al termine delle attività biennali di collaborazione.
Piattaforma sulla Finanza Sostenibile, che cos'è
La Piattaforma sulla Finanza Sostenibile resta un gruppo permanente incaricato di svolgere le mansioni previste dal regolamento della Tassonomia e soprattutto modificarne i criteri tecnici in base ai cambiamenti ambientali. La durata di ogni mandato è appunto biennale, ma la Commissione Europea può autorizzare una proroga dei membri; s’intuisce anche da questa discrezionalità l’importanza di non cadere nel rischio di ingerenza. Anche all’interno del Final Report sembra trasparire la necessità di chiarire alcuni aspetti. Una nota in terza pagina, infatti, recita: “Questo rapporto rappresenta il punto di vista generale dei membri e degli osservatori della Piattaforma sulla Finanza Sostenibile. Tuttavia, potrebbe non rappresentare necessariamente, in tutti gli aspetti, le opinioni individuali dei membri istituzionali o gli esperti. Questo rapporto non è un documento ufficiale della Commissione e non rappresenta posizioni ufficiali della Commissione. Questo documento non riflette il punto di vista della Commissione Europea. Nulla in questo documento impegna la Commissione, né preclude alcun risultato politico”. La ricerca di nuovi equilibri all’interno della Piattaforma sulla Finanza Sostenibile è appena iniziata.
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