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Ridurre il consumo di idrofluorocarburi è una priorità per contrastare il cambiamento climatico: finalmente in vigore l’Emendamento Kigali a sostegno di questa lotta.
A partire da questo 2019, è entrato in vigore un importante emendamento, frutto del Protocollo di Montreal, il famoso trattato internazionale contro l’uso di sostanze che danneggiano lo strato di ozono.
Stiamo parlando dell’emendamento Kigali, operativo dal 1 gennaio e ratificato da 65 Paesi, pronto a portare avanti un impegno importante: contrastare il riscaldamento globale e i cambiamenti del clima attraverso la riduzione della produzione e dell’utilizzo di idrofluorocarburi (HFC).
Ma perché gli idrofluorocarburi sono una minaccia per l’ozono? Iniziamo col dire che, a seguito dell’applicazione del Protocollo di Montreal, gli HFC hanno sostituito i clorofluorocarburi (CFC) e gli idro-clorofluorocarburi (HCFC), considerati i principali responsabili per l’assottigliamento dello strato di ozono.
Gli idrofluorocarburi (HFC) sono composti chimici di origine sintetica formati da atomi di carbonio, fluoro e idrogeno. Queste sostanze vengono utilizzate in diversi campi come climatizzazione, refrigerazione e pompe di calore, sistemi fissi di protezione antincendio, schiume, aerosol medici.
Gli HFC sono gas serra molto potenti, che non risparmiano i loro effetti sull’aumento delle temperature globali. Basti pensare che nel 2009 uno studio ha calcolato che una rapida eliminazione degli idrofluorocarburi potrebbe impedire l’equivalente di 8,8 Gt di CO2 rilasciate nell’atmosfera all’anno entro il 2050.
Gli obiettivi dell’emendamento
L’obiettivo dei 65 Paesi aderenti è di ridurre la produzione e consumo di HFC di almeno l’80% nei prossimi 30 anni.
I Paesi hanno già discusso sulle modalità di raggiungimento del traguardo, così come sulle tecnologie per la distruzione degli HFC.
“La graduale riduzione degli HFC nell’ambito dell’emendamento Kigali – ha dichiarato l’Agenzia ambientale dell’ONU in una nota – può anche aprire una finestra per riprogettare le apparecchiature di raffreddamento che siano più efficienti dal punto di vista energetico, aumentando ulteriormente i guadagni climatici”.
Gli obiettivi verranno raggiunti dai Paesi sottoscrittori in tre momenti: una prima fascia di Paesi sviluppati che inizierà da quest’anno, seguiti dal gruppo di Paesi in via di sviluppo nel 2024 e da un terzo gruppo nel 2028.
Le sfide da sostenere? Trovare alternative sempre più sostenibili agli HFC, optare per refrigeranti a basso GWP e lanciarsi verso impianti più efficienti dal punto di vista energetico, promuovendo l’innovazione tecnico-scientifica e gli incentivi statali per lavorare alla trasformazione.
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4 Novembre 2024Iscriviti alla nostra Newsletter!
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