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Firmato il Piano d'Azione per il miglioramento della qualità dell'aria. Il protocollo contiene misure mirate a contrastare l'inquinamento causato dai settori maggiormente responsabili: nel mirino trasporti, agricoltura e riscaldamento domestico a biomassa.
Migliorare la qualità dell'aria: un obiettivo necessario per preservare – o meglio ripristinare- un'indispensabile condizione di sicurezza e salute pubblica. In quest'ottica, lo scorso 4 giugno a Torino è stato firmato il “Piano d’azione per il miglioramento della qualità dell’aria“. Il protocollo è stato siglato dalla Presidenza del Consiglio e dai Ministri dell’Ambiente, dell’Economia, dello Sviluppo economico, delle Infrastrutture e dei Trasporti, delle Politiche agricole e della Salute e dal Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. Contiene misure relative ai tre settori che maggiormente si trovano sotto accusa per gli alti livelli di inquinamento: trasporti, agricoltura e riscaldamento domestico a biomassa.
Cinque gli ambiti di intervento, frutto di un lavoro condiviso da parte di Governo, dicasteri, Regioni e Province autonome. Il primo ambito sarà trasversale e comporterà: la razionalizzazione dei sussidi ambientalmente dannosi; un fondo fino a 400 milioni di euro per finanziare il Programma nazionale di controllo dell’inquinamento atmosferico; una serie di accordi tra Stato e Regioni per migliorare la qualità dell’aria; una serie di interventi per un’informazione più capillare ai cittadini.
“Nel protocollo che abbiamo firmato” ha dichiarato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa “sono previsti 400 milioni di euro all’anno con tempi precisi che ogni ministero deve rispettare per mettere in campo le azioni di contrasto alle emissioni. È un impegno forte e vigoroso del Paese, del quale mi faccio garante”.
Un secondo pacchetto di misure riguarderà l’agricoltura e la combustione di biomasse, con interventi mirati ad abbattere le emissioni di ammoniaca e contenere l’abbruciamento di residui vegetali.
Il terzo ambito concerne, invece, le buone pratiche di mobilità sostenibile. In particolare, prevede sei azioni: l'introduzione di criteri ambientali nella disciplina della circolazione extra urbana; un maggiore controllo delle aree a traffico limitato; la redazione di linee guida per la classificazione dei veicoli elettrici ibridi; una maggiore diffusione della micro-mobilità elettrica; un freno all’uso di veicoli ad alte emissioni inquinanti.
Le ultime due aree di intervento sono relative alle misure per ridurre le emissioni inquinanti attraverso azioni di controllo, incentivazione e disincentivazione sugli impianti per il riscaldamento civile. Nello specifico, sono previsti programmi per la chiusura o la trasformazione degli impianti termoelettrici alimentati a carbone. Verrà, inoltre, verificata la fattibilità di introdurre limitazioni all’uso della biomassa per la produzione di calore destinato al teleriscaldamento nelle aree caratterizzate da un inquinamento dell’aria particolarmente elevato.
“Dobbiamo considerare questo protocollo come un segnale positivo da parte del Governo, essendo sempre di più necessaria e fondamentale una strategia d’azione nazionale in ambito ambientale” ha affermato il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome Stefano Bonaccini. “Per un’efficace azione di contrasto all’inquinamento atmosferico che risponda alle esigenze di tutela di salute dei nostri cittadini e fare in modo che il nostro Paese possa rispondere alle procedure di infrazione europee ed evitarne di nuove”.
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