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L’incremento del consumo di carne ha un impatto non indifferente sul nostro ecosistema: a misurare l’entità del danno, una recente ricerca pubblicata su Science.
Il consumo di carne è un trend in crescita esponenziale: una simile scelta alimentare porta con sé una serie di conseguenze ambientali, ma anche per la salute dei consumatori.
Un gruppo di ricercatori ha pubblicato recentemente un paper su Science che analizza nel dettaglio l’impatto che il consumo di carne ha sul nostro Pianeta, tornando a parlare di temi che sappiamo essere nell’occhio del ciclone, come le emissioni di gas serra e la biodiversità.
Partiamo da un dato interessante: il consumo di carne pro capite sta aumentando in relazione non solo alla crescita della popolazione, ma anche a quella del reddito medio individuale.
I tassi di crescita non sono uguali in tutto il mondo. In generale, il consumo di carne nei Paesi ad alto reddito come il Regno Unito è statico o in calo, mentre risulta essere moderatamente o fortemente in aumento nei Paesi a medio reddito. Infine, nei Paesi a basso reddito il consumo di carne è in media basso e stabile.
Secondo i dati, le preferenze del consumo globale si orientano verso carne di pollo e maiale.
Effetti sull’ambiente e sulla salute
La carne rappresenta una buona fonte di energia ed è ricca di alcuni nutrienti essenziali, tra cui proteine e micronutrienti come ferro, zinco e vitamina B12.
Tuttavia, c’è da dire che, grazie ad una dieta equilibrata, è possibile ottenere un apporto sufficiente di questi nutrienti anche senza mangiare carne, consumando un’ampia varietà di alimenti alternativi come i legumi.
Il consumo di carne porta con sé una serie di conseguenze dannose per la salute: ad esempio, alcuni studi prospettici hanno mostrato che nei Paesi occidentali ad alto reddito i tassi di mortalità totale sono modestamente più alti nei consumatori di carne rossa. Uno degli effetti collaterali più noti e visibili di una dieta ricca di carne lavorata è l'aumento del rischio di tumore del colon-retto.
Parlando invece degli effetti sull’ambiente, sono molti i punti da trattare:
- L'allevamento di animali da macello è responsabile, da solo, del 15% del totale di tutte le emissioni di gas a effetto serra di origine antropica (anidride carbonica, metano, protossido di azoto). Specificatamente, l’allevamento di mammiferi ruminanti di solito porta a più emissioni di quella dei mammiferi non ruminanti, e la produzione di pollame genera solitamente meno emissioni di quelle dei mammiferi;
- Elevato dispendio di acqua dolce:quasi un terzo del consumo d'acqua nelle attività umane è impiegato per l'allevamento di animali da carne;
- Perdita di biodiversità, con la conversione di foreste e aree verdi in terreni da pascolo per coltivare mangimi da destinare agli animali.
Prospettive future
La storia ci insegna che la modifica delle abitudini alimentari è un processo lento, che richiede tempo e consapevolezza da parte del consumatore. Secondo gli studi, chi consuma carne giustifica questa sua scelta alimentare come "naturale, normale, necessaria o piacevole". Proprio perché il consumo di carne è un aspetto "normale" della dieta, spesso al centro di tutto il pasto, il rischio di un consumo eccessivo è sempre dietro l’angolo. Come controllare il fenomeno e dar vita ad un’inversione di tendenza? Sicuramente c’è bisogno di un lavoro coordinato della società civile, delle organizzazioni sanitarie e del governo per ambire ai risultati ottenuti, ad esempio, nella lotta al tabagismo.Tags:
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