Moderna schiavitù e filiera di approvvigionamento: i paradigmi normativi

Moderna schiavitù e filiera di approvvigionamento: i paradigmi normativi

Secondo l’Organizzazione Mondiale del Lavoro ci sono oltre 40 milioni di lavoratori sfruttati all’interno delle filiere di approvvigionamento di tutto il globo.

La globalizzazione è stata fonte di nuove opportunità professionali per milioni di persone. Attraverso l’estensione delle filiere di approvvigionamento, molti Paesi generalmente isolati dalle economie mondiali hanno potuto usufruire di nuove fonti di ricchezza.
Tuttavia, i diritti dei lavoratori non sono sempre tutelati: secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale del Lavoro, oltre 40 milioni di persone vivono una condizione di moderna schiavitù all’interno delle filiere di approvvigionamento.
Stando alle analisi emerse dai report Ecovadis, alcune multinazionali sfrutterebbero milioni di lavoratori offrendo condizioni di lavoro inaccettabili, al pari della schiavitù. Salari bassi, orari di lavoro eccessivi, condizioni poco sicure: queste sono solo alcune delle caratteristiche della schiavitù moderna, che prospera principalmente in Paesi in cui lo Stato di Diritto è sottosviluppato e la sua applicazione è indebolita dalla corruzione.
I settori più colpiti sono quelli a più bassa specializzazione, come pesca, agricoltura ed estrazione mineraria.
Un altro dato davvero preoccupante è quello riportato dal Global Slavery Index: stando ai numeri, attualmente i Paesi del G20 stanno importando 354 miliardi di dollari di prodotti a rischio ogni anno. Proprio per questo sempre più realtà nazionali stanno legiferando su meccanismi più radicali di controllo degli approvvigionamenti.

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Le leggi sulla conoscenza obbligatoria delle catene di approvvigionamento

A livello mondiale ci sono due diverse tipologie di leggi che riguardano la conoscenza delle attività dei fornitori: le leggi di divulgazione obbligatoria e quelle di dovuta diligenza.
Negli ultimi cinque anni, diversi Stati del G20 hanno approvato leggi che obbligano le aziende a rendicontare le attività svolte per prevenire gli abusi sui lavoratori nelle loro catene di approvvigionamento attraverso standard di dovuta diligenza.
Anche se diverse, le normative puntano ad ottenere, da parte delle Aziende, segnalazioni in merito a:

  • La struttura della filiera di approvvigionamento
  • Policy interne di gestione dei lavoratori e prevenzione dell’abuso durante tutta la catena
  • Dichiarazione dei segmenti della catena più esposti al rischio di abusi sui lavoratori
  • Divulgazione di un report con le attività svolte per prevenire lavoro forzato e schiavitù

Il panorama normativo impone dunque controlli molto più rigorosi da parte delle aziende. Molte multinazionali possono contare su un reparto di controllo conformità, proprio per adempiere al meglio alla normativa di verifica. Gli sforzi normativi in tal senso rappresentano dunque un fattore di crescita
importante per la tutela dei diritti dei lavoratori e per la sostenibilità dell’approvvigionamento. Solamente osservando queste procedure e utilizzando nuovi strumenti di verifica è possibile cambiare paradigma e avvicinarci ad un mondo del lavoro più trasparente e più etico.
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