Il report EY "Seize the Change – futuri sostenibili" rivela come le aziende stanno affrontando concretamente il tema della sostenibilità
Essere sostenibili per un'azienda non significa soltanto ridurre l'impatto ambientale sul Pianeta, ma anche attuare processi mirati a garantire il benessere economico e sociale senza pregiudicare la competitività aziendale e, possibilmente, migliorandola. Le aziende italiane accelerano verso la sostenibilità: è il dato principale emerso dal report EY “Seize the Change – futuri sostenibili”. Lo studio analizza, da oltre cinque anni, i più rilevanti trend di sviluppo sostenibili per le aziende italiane, rappresentando un importante momento di confronto per il sistema produttivo e i suoi attori. La nuova edizione del report ha preso in esame oltre 300 aziende di diversi settori analizzate con due diversi metodi. Un centinaio di queste sono state esaminate attraverso survey e altre 203 quotate con analisi desk sulle informative non finanziarie.
Lo studio EY “Seize the Change – futuri sostenibili” si focalizza su 5 temi principali che misurano dal punto di vista quantitativo e qualitativo come le aziende italiane si posizionano in termini di piani strategici di sostenibilità, cambiamenti climatici, catena di fornitura, finanza sostenibile ed economia circolare. Il primo dato significativo è che il 69% delle aziende selezionate nella survey ha sviluppato un piano di sostenibilità e nel 44% dei casi ha previsto un piano strategico con obiettivi quantitativi. Per contro, solo il 35% delle aziende ha definito le tempistiche per il raggiungimento degli obiettivi, mentre il 15%, che attualmente non ha un piano di sostenibilità, dichiara di averne previsto lo sviluppo.
Dall'analisi desk emerge che il 57% delle aziende quotate fornisce una descrizione qualitativa e quantitativa del proprio piano di sostenibilità (+7% rispetto al 2019). Il 19% delle aziende selezionate ha accelerato la transizione verso modelli più sostenibili in considerazione dei cambiamenti portati dalla pandemia, che per il 32% dei casi non ha in alcun modo ridimensionato i progetti e le attività previste dal piano di sostenibilità aziendale e solo il 12% delle aziende ha invece riscontrato ripercussioni sull'avanzamento delle attività. I 2/3 del totale delle aziende considerate nell'analisi desk dichiara di aver strutturato un organo interno di governance che riporta al cda sui temi di sostenibilità.
Per contrastare il cambiamento climatico l'agenda dell'Ue prevede la riduzione entro il 2030 del 55% delle emissioni di gas serra rispetto ai valori del 1990 ed entro il 2050 il raggiungimento della neutralità climatica. Le aziende devono quindi mettere in atto azioni virtuose per abbattere le emissioni. In questo senso appare confortante il dato emerso dallo studio: il 79% ha definito un piano industriale che comprende azioni significative in grado di portare a considerevoli riduzioni di emissioni di CO2. Il 61% di queste aziende ha definito obiettivi di riduzione delle emissioni legate a importanti modifiche del proprio modello di business o del processo produttivo.
Dalla survey emerge che nel complesso il 53% delle aziende dichiara di aver previsto azioni inerenti al cambiamento climatico all'interno del proprio piano industriale (+21% rispetto al 2020), ma soltanto il 19% afferma di avere definito un piano strategico orientato all'obiettivo della neutralità climatica. L'analisi desk evidenzia che il 31% delle aziende è impegnata verso una riduzione sostenuta delle emissioni tramite la definizione di obiettivi quantitativi. Il 14% del campione dell'analisi desk ha definito l'obiettivo di carbon neutrality.
Una catena di fornitura sostenibile è fondata su trasparenza, tracciabilità, tutela sociale e dell'ambiente, in modo da costruire un rapporto di sempre maggiore fiducia tra aziende, mercato e consumatori. Dall'analisi desk emerge che il 75% delle aziende definisce obiettivi relativi alla sostenibilità della supply chain e quasi un'azienda su due effettua analisi di risk assessment sui propri fornitori.
Inoltre, il 71% delle aziende ha previsto modifiche nella propria catena di approvvigionamento in generale con differenti finalità, prima di tutte, per il 45%, per selezionare i propri fornitori in modo più attento e responsabile.
Gli enti finanziari nelle proprie scelte di investimento possono tenere in considerazione anche criteri ambientali, sociali e di governance (esg). Dai dati dello studio EY emerge che il 33% delle aziende quotate analizzate riportano iniziative finalizzate alla finanza sostenibile (+8% rispetto al 2019). Se dalla survey si rileva che il 35% delle aziende dichiara di aver sviluppato strategie di investimento finanziario responsabile, l'analisi desk evidenzia che l'84% delle aziende quotate del settore finanziario afferma di aver implementato iniziative di finanza sostenibile.
Negli ultimi due anni il 70% delle aziende interpellate nella survey dichiara di aver avviato un processo di analisi dei processi operativi per ridurre l'impatto ed efficientare le risorse, anche se dall'ultima analisi sulle aziende quotate solo il 19% del campione afferma di avere una strategia di economia circolare associata a obiettivi futuri. A livello invece di impatto sociale, il 64% delle aziende ha sviluppato iniziative di supporto alla comunità per affrontare questioni sociali. La stessa percentuale è emersa dall'analisi desk riguardo l'avvio di attività dedicate alla comunità.
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