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Immagine: Gerd Altmann da Pixabay
Il processo di rendicontazione dell’impegno “sostenibile” delle aziende prevede anche la realizzazione della matrice di materialità. Uno strumento complesso, ma allo stesso tempo molto valido, per avere una valutazione generale dei temi importanti per un’attività.
Il Global Reporting Initiative e altre iniziative, come ad esempio l’italiano CSR Global Network, hanno profuso il loro impegno per definire le linee guida utili a effettuare un’analisi di materialità e a crearne la matrice. In questo processo di analisi, gli attori sono due: l’azienda - con il suo management - e gli stakeholder. Quest’ultimi sono rilevanti per la creazione di un reale percorso di sostenibilità e delle sue strategie di comunicazione (qui un approfondimento).
Materialità: dall’analisi alla matrice
L’analisi di materialità è l’insieme delle attività utili a mappare gli aspetti di sostenibilità rilevanti (materiali appunto) per un’azienda - in termini di business e impatti - e per gli stakeholder.
Grazie ai cosiddetti framework di riferimento, l'analisi consente di avere un quadro generale su quelle che sono le sfide, e quindi gli obiettivi, prioritari per un’impresa.
La matrice ne è la naturale conseguenza in quanto rende visibile - con molteplici rappresentazioni grafiche - quanto emerso dall’analisi: i temi individuati sono ordinati in base al grado di rilevanza e di interesse per gli stakeholder.
Il grafico così rappresentato diventa una parte imprescindibile del bilancio di sostenibilità che l’azienda può, o in casi indicati dalla legge deve, pubblicare.
Materialità: come realizzarla
L’individuazione dei temi rilevanti richiede una certa flessibilità, pur confluendo poi in uno “schema”. Perché si parla di flessibilità? Gli strumenti di analisi possono essere diversi e con diverso grado di approfondimento. Una volta individuati gli stakeholder, l’azienda ha infatti a disposizione una serie di soluzioni per coinvolgere e interrogare i portatori di interesse: dai questionari alle interviste, dai focus group alle survey interne.
Ovviamente, la realizzazione di queste attività richiede una preventiva fase di assessment che i consulenti conducono con l’azienda nella sua totalità (dirigenti, dipendenti, stakeholder interni) per valutare la documentazione aziendale e per confrontare gli impegni aziendali con le strategie di sostenibilità che si intendono perseguire.
Una volta raccolte queste informazioni, i dati sono riportati graficamente in uno schema che può avere aspetti grafici tra i più disparati. I temi materiali rilevati, come ad esempio la disponibilità di risorse energetiche, la parità di genere, l’innovazione, la biodiversità, il risk management o la privacy, sono riportati in uno spazio in base alla rilevanza - per l’azienda e per gli stakeholder - e quindi al rischio. Molto spesso i temi sono confrontati con gli SDGs o confluisconoi nella macrocategoria “ambiente, sociale, governance”.
Analisi di materialità, perché è utile
Nel lungo percorso che termina con la rendicontazione di sostenibilità, l’analisi di materialità - e la sua matrice - è un esercizio fondamentale per un’azienda che intende perseguire gli obiettivi delle strategie sostenibili condivise. Le informazioni raccolte rappresentano dunque un bagaglio utile a dare concretezza alle azioni da intraprendere e a mantenere un continuo coinvolgimento degli stakeholder. L’efficacia di questo strumento risiede, infatti, nella sua dinamicità: ogni due-tre anni, l’azienda può ripetere l’analisi modificando, integrando, approfondendo i temi individuati.
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