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Tra commercio illegale del legname e violenza, ecco cosa sta succedendo nelle foreste romene, polmoni verdi d’Europa.
Il disboscamento illegale sta distruggendo le foreste della Romania: è questo l’appello che gli ambientalisti hanno lanciato a tutti i Paesi d’Europa, manifestando a gran voce una condizione che, da anni, mette a repentaglio il patrimonio verde romeno.
La più grande minaccia per le foreste è rappresentata dal furto di legname, fenomeno assai comune nella Romania rurale. Il disboscamento è una delle principali fonti di reddito per le fasce della popolazione meno agiata e, stando alle dichiarazioni degli ambientalisti, questa pratica non ha subìto forti limitazioni da parte delle autorità.
Greenpeace Romania ha reso note le conseguenze del disboscamento selvaggio: ogni anno le foreste romene perdono 20 milioni di metri cubi di legname, tagliato ed esportato illegalmente. I danni si ripercuotono anche sulla fauna locale: in Romania vivono, infatti, circa il 30% dei grandi carnivori europei come orsi, linci e lupi.
Violenza e intimidazione: come stanno distruggendo le foreste romene
Secondo Valentin Salageanut, referente di Greenpeace Romania, il governo di Bucarest non fa nulla per risolvere il problema del disboscamento illegale. Nonostante le guardie forestali operino nel Paese dal 2015 e vi siano formalmente delle leggi per punire chi disbosca illegalmente, non ci sono, per Salageanut, azioni significative da parte del governo.
Per questo motivo, gli attivisti hanno avviato ben 40 cause contro lo stato rumeno e hanno organizzato decine di manifestazioni nella capitale.
La vendita illegale di legno è legata a doppio filo a violenza e intimidazioni: dal 2014 sono stati registrati sei omicidi ai danni delle guardie forestali e circa 184 casi di violenza. Le misure contenitive hanno reso il furto di legno più difficile, aumentando l’escalation di violenza. Dopo gli ultimi omicidi, il governo ha approvato anche una legge per permettere ai forestali di trasportare armi.
Se, da una parte, ci sono forestali che proteggono attivamente il patrimonio naturale della Romania, dall’altra non mancano fenomeni di corruzione e connivenza con i criminali.
"Alcuni di loro sono eroi che combattono e muoiono per le foreste, ma ci sono anche quelli che comprano nuove case e automobili che non potevano permettersi con i loro stipendi", ha dichiarato al Guardian Mihai Zotta di Conservation Carpathia.
“La situazione è fuori dal controllo delle autorità centrali. Non sanno cosa sta succedendo in queste foreste. Non usano immagini satellitari, non usano strumenti tecnologici avanzati", ha dichiarato Ciprian Găluşcă di Greenpeace Romania al Guardian.
Gli attacchi di violenza non hanno risparmiato neppure chi ha tentato di denunciare il fenomeno del disboscamento illegale come i fratelli Bucșă.
Recentemente il governo della Romania ha reso noti alcune azioni concrete per punire e cercare di contrastare il fenomeno. Le autorità hanno dichiarato di aver intentato una causa verso un “ranger” per aver rubato legname per un valore di 2,5 milioni di lei.
Per alcuni, questa azione da parte del governo è solo un palliativo. "Dovranno morire ancora molti ranger prima che i politici mettano fine al disboscamento illegale” ha dichiarato Sorin Jiva, un ranger della contea di Arad nella Romania occidentale, aggredito nel 2017.
Gli attivisti continuano a chiedere leggi più severe e tutela del patrimonio: per ora, il polmone verde d’Europa è ancora in grave pericolo.
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