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La Commissione Europea ha proposto un pacchetto di norme mirate a facilitare il riutilizzo delle acque reflue per l’irrigazione agricola all’interno dei confini dell’Unione.
Acqua, risorsa più che preziosa: inestimabile. Garantirne una migliore gestione, il più possibile orientata allo spreco zero, è un dovere per tutte le amministrazioni. A partire da questi presupposti, la Commissione Europea ha proposto un pacchetto di norme mirate a facilitare il riutilizzo delle acque reflue per l’irrigazione agricola all’interno dei confini dell’UE.
La riforma si basa sulla definizione di requisiti minimi per il riutilizzo delle acque provenienti da impianti di trattamento delle acque reflue urbane rispetto agli elementi microbiologici e ai requisiti di monitoraggio, incentrati da un lato sulla frequenza dei controlli, dall’altro sul monitoraggio di convalida.
Accanto a tutto ciò, il pacchetto di provvedimenti promette una maggiore trasparenza e una gestione del rischio ben pianificata, capaci di garantire che l’acqua depurata prodotta in conformità con le nuove norme sia sicura e accessibile.
L’obiettivo alla base è quadruplo: guidare gli agricoltori verso il miglior utilizzo possibile delle acque reflue non potabili, attenuare la scarsità idrica, proteggere l’ambiente difendendo, al contempo, i diritti e la salute dei consumatori. Propositi ambiziosi, resi tuttavia necessari e più stringenti da sfide ambientali importanti- in primis il surriscaldamento globale- che tengono sotto scacco la situazione climatica planetaria.
“Questa è una proposta vincente per tutti, in Europa: gli agricoltori avranno accesso a un approvvigionamento sostenibile di acqua per l’irrigazione, i consumatori potranno contare su prodotti alimentari sicuri, e le imprese sfrutteranno nuove opportunità. La vittoria più importante andrà a vantaggio dell’ambiente perché la proposta contribuisce a una migliore gestione della nostra risorsa più preziosa: l’acqua” ha sottolineato il Commissario maltese Karmenu Vella, responsabile per l’Ambiente, gli affari marittimi e la pesca. Un win-win, insomma, di cui potenzialmente tutti gli stakeholder coinvolti raccolgono i frutti.
La proposta si inserisce nel più ampio programma di lavoro che la Commissione ha in agenda per il 2018. Contribuendo a concretizzare un piano d’azione che vede l’economia circolare come prioritaria per l’Unione Europea, mette al centro della scena la ricerca concreta di un futuro più sostenibile e meno avvezzo allo spreco. Completa, inoltre, l’attuale quadro giuridico dell’Unione Europea nell’ambito di acque e prodotti alimentari, aggiungendo un tassello in più in materia di trasparenza e sicurezza.
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