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Con un valore di 2.000 miliardi di euro nel 2021, in aumento del 71% rispetto al 2020, il Vecchio Continente continua a giocare un ruolo centrale a livello globale nella diffusione della finanza green.
L’Europa continua giocare un ruolo centrale a livello globale nella diffusione della finanza sostenibile. Alla fine del 2021, secondo quanto mette in luce l’analisi sui fondi d’investimento sostenibili condotta da Morningstar e Zeb per ALFI, l’associazione lussemburghese dell’industria dei fondi, il Vecchio Continente deteneva un patrimonio netto globale di fondi green del valore pari a 2.000 miliardi di euro, in crescita del 71% rispetto all’anno precedente e, soprattutto, pari all’83% del patrimonio netto globale dei fondi verdi. Se d’altronde i fondi sostenibili domiciliati in Europa rappresentano il 16% del patrimonio netto totale dei fondi, l’Asia non va oltre il 5% e gli Stati Uniti sono fermi addirittura all’1%. Oltreoceano, la decisione della presidenza Trump di ritirare il Paese dagli Accordi di Parigi sul clima ha probabilmente spinto investitori, azionisti e autorità di regolamentazione a posizionare la sostenibilità in fondo alla propria agenda. La speranza, sottolinea ALFI, è che la firma del presidente Biden nel 2021 per rientrare nell’Accordi acceleri ora la sensibilità della finanza a stelle e strisce verso gli investimenti green.Clicca qui per approfondire!
Leader di mercato nel Vecchio Continente è sempre il Lussemburgo, paese dove sono infatti domiciliate circa un terzo delle attività gestite dai fondi sostenibili. La classe di attività più importante nell’ambito di questi fondi era alla fine del 2021 in Europa sempre il comparto azionario con una quota del 64% del patrimonio, molto più alta tra l’altro rispetto a quella detenuta nel settore dei fondi convenzionali (48% del patrimonio netto). Dopo l’azionario seguono l’obbligazionario (20%) e i fondi di allocazione (15%). Nel segmento dei fondi sostenibili si registra una concentrazione più marcata rispetto a quanto avviene nei tradizionali: in media il 51% del patrimonio netto è stato investito in fondi lanciati dai primi 20 fornitori, mentre tra i convenzionali la percentuale scende al 43%. Ad essere molto diffuse poi sono le strategie di investimento passive: alla fine del 2021 rappresentavano circa il 27% del patrimonio netto dell'universo dei fondi sostenibili europei, una percentuale superiore al 21% osservato nell'ambito convenzionale. Rispetto ai circa 139 miliardi di euro del 2019, il patrimonio netto passivo dei fondi green è aumentato di quasi il 280%, mentre quello degli investimenti convenzionali solo del 25%. Sembra dunque che la strategia passiva stia sempre di più passando dalla gestione tradizionale ad una improntata alla sostenibilità.
La domanda in rapida crescita di investimenti sostenibili da parte della società e del settore della gestione patrimoniale, supportata anche dalle normative introdotte negli ultimi anni nell’Unione Europea, lascia pensare dunque che la quota di mercato dei fondi sostenibili sia destinata ad aumentare ulteriormente. Bruxelles è impegnata da tempo in una serie di iniziative, che vedono protagonista anche la Banca Centrale Europea (link), finalizzate a far sì che il mondo produttivo adotti i principi ESG, e che tenga dunque conto degli aspetti ambientali, sociali e di governance nelle sue strategie commerciali e industriali, e per una sempre più ampia diffusione di prodotti finanziari sostenibili. Non è dunque da escludere che presto i fondi sostenibili diventeranno la norma piuttosto che l'eccezione.
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