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Immagine: Xavi Reñé, WWD
Il 3 marzo ricorre la Giornata mondiale della natura selvatica, dedicata alla salvaguardia delle specie animali e vegetali selvatiche. Ecco un bilancio fino ad oggi.
A partire dal 2013, il 3 marzo di ogni anno si celebra il World Wildlife Day, ovvero la Giornata mondiale della natura selvatica. Questa ricorrenza è stata istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e cade il terzo giorno di marzo per ricordare la firma della Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione (CITES) avvenuta nel 1973.
L’obiettivo di questa Giornata è quello di riflettere sulle soluzioni per proteggere la flora e la fauna selvatiche, prevenire la perdita di biodiversità e limitare l’impatto delle attività antropiche sulla natura.
In particolare, il tema di quest’anno è “Partnerships for Wildlife Conservation”, per ricordare il potere della cooperazione per mettere in atto azioni conservatrici della flora e della fauna realmente funzionali. Un esempio di cooperazione in questo senso, citato dalla stessa organizzazione, risiede nella CITES (Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione), un accordo internazionale tra governi introdotto nel 1963 con l’obiettivo di assicurare che il commercio internazionale di esemplari di animali e piante selvatiche non minacci la sopravvivenza della specie.
I dati sulle specie selvatiche e la biodiversità
Secondo il Living Planet Report 2022 redatto dal WWF, le popolazioni di mammiferi, uccelli, anfibi, rettili e pesci hanno registrato un calo medio del 69% dal 1970, nel mondo. Il dato peggiora in America Latina e nei Caraibi, dove la perdita di fauna selvatica ha raggiunto il 94%.
Le cause di questo declino sono molteplici: i cambiamenti climatici, i differenti utilizzi del suolo e del mare, l’inquinamento, le specie aliene, la deforestazione e il bracconaggio sono solo alcuni dei motivi che hanno determinato la crisi profonda della biodiversità.
Tornando nel Belpaese, la situazione non sembra essere migliore: secondo il Rapporto ISPRA sulla biodiversità in Italia si trovano ”in uno stato di conservazione sfavorevole il 54% della flora e il 53% della fauna terrestre, il 22% delle specie marine e l’89% degli habitat terrestri, mentre gli habitat marini mostrano status favorevole nel 63% dei casi e sconosciuto nel restante 37%”.
Si può dire che la sesta estinzione di massa stia accelerando la perdita di specie animali e vegetali in tutto il mondo, con ritmi di decimazione moltiplicati rispetto anche solo a cinquant’anni fa.
Per controllare lo stato di ogni singola specie, nel 1964 è stata istituita la Lista rossa delle specie minacciate dell'International Union for Conservation of Nature. Ad oggi, la Lista rappresenta la miglior fonte informativa per monitorare lo stato di salute di una specie animale o vegetale.
In Italia, secondo la Lista rossa, sono circa 266 le specie animali a rischio di estinzione.
Il punto di svolta della COP 15
La perdita di biodiversità e le continue minacce nei confronti della flora e della fauna selvatici hanno portato a siglare un accordo storico durante la Conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità (COP 15).
Con il Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework, tutti i Paesi aderenti si sono impegnati nel proteggere il 30% della biodiversità delle terre e il 30% dei mari entro il 2030, con l'investimento di 30 miliardi di dollari in aiuti annuali per la conservazione nei Paesi in via di sviluppo.
Nello specifico, la COP 15 prevede il raggiungimento di quattro obiettivi entro il 2050:
- L’abbattimento delle minacce alla biodiversità;
- Un approccio più sostenibile verso l’utilizzo della biodiversità, valorizzando i benefici che offre alle persone;
- L’equa condivisione dei benefici, economici o meno, anche con le popolazioni indigene;
- L’implementazione per tutti i Paesi delle risorse e delle misure messe in campo per il raggiungimento degli obiettivi.
LEGGI ANCHE > Biodiversità, oltre un milione di specie in pericolo, alla cop15 si discutono dati allarmanti
Le azioni per preservare la biodiversità
Preservare la biodiversità è fondamentale per mantenere l’equilibrio degli ecosistemi e combattere i cambiamenti climatici.
Il Green Deal europeo indica una strategia di ripristino della biodiversità che prevede entro il 2030:
- L’istituzione di una rete europea più ampia di aree protette terrestri e marittime;
- Il miglioramento degli investimenti per preservare le specie animali e vegetali da parte di tutti i Paesi coinvolti;
- Un costante monitoraggio dei progressi soprattutto nelle zone con ecosistemi più degradati;
- Il rispetto della natura nei processi decisionali pubblici e aziendali.
Queste linee guida sanciscono l’impegno da parte delle Istituzioni di contrastare la perdita di biodiversità: la Giornata mondiale della natura selvatica è un’occasione importante per ricordarle e diffondere maggiore consapevolezza sull’argomento.
Per celebrare la giornata e conoscere le iniziative attive in tutto il mondo, è possibile visitare il sito ufficiale e partecipare attivamente sui social media utilizzando gli hashtag ufficiali dell’evento #WWD2023 e #PartnershipsforConservation.
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