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Secondo i dati diffusi da Global Forest Watch, nel solo 2021 gli incendi hanno provocato la perdita di un’area grande quanto il Portogallo.
Il 2021 annovera un (triste) traguardo: secondo le rilevazioni del Global Forest Watch, si tratta del secondo anno peggiore mai registrato per numero di incendi e per entità dei danni. Per James MacCarthy, analista di Global Forest Watch, quanto accaduto nel 2021 è “sbalorditivo”: in un solo anno, è andata in fumo un’area grande quanto il Portogallo. L’entità dei danni registrati a causa degli incendi è raddoppiato rispetto a 20 anni fa e a farne le spese sono principalmente le foreste situate nelle zone più settentrionali del globo, come il Canada e la Russia. Basti pensare che, dei 9,3 milioni di ettari arsi a livello globale, più della metà sono localizzati in Russia.
I pericoli degli incendi
"L’aspetto più preoccupante è che gli incendi stanno diventando più frequenti, più gravi e hanno il potenziale per liberare molto del carbonio immagazzinato nei suoli", ha dichiarato James MacCarthy in un’intervista della BBC. Questo perché gli alberi e il suolo sono in grado di catturare e assorbire anidride carbonica, uno dei gas più pericolosi per il riscaldamento globale; gli incendi possono liberare questo gas, con conseguenze negative in termini di inquinamento e cambiamento climatico.
Le cause degli incendi nel 2021
Secondo quanto dichiarato dagli esperti, le cause dell’aumento degli incendi sono da ricercare nei fenomeni di riscaldamento globale. Le aree poste più a Nord della Terra si stanno scaldando rapidamente, generando una stagione degli incendi più lunga e violenta. Nella sola Russia, c’è stato un aumento del 31% delle perdite boschive per incendi e una delle concause è stata identificata nelle lunghe ondate di caldo legate, secondo gli esperti, ad attività antropiche.
La situazione in Italia
Anche in Italia l’emergenza incendi ha provocato danni notevoli. Secondo il report WWF “Spegnere oggi gli incendi di domani. Dalla gestione dell’emergenza a gestione e prevenzione del rischio”, sono andati in fumo nel 2021 circa 170.000 ettari, il 60% in più della media 1980-2018, la maggior parte dei quali al Sud e nelle isole. Nei Paesi euromediterranei (Italia, Spagna, Portogallo, Francia, Grecia e Turchia) sono stati arsi dal fuoco circa 600.000 ettari di terreno. Ad aumentare non è solamente la frequenza degli incendi, ma anche la loro portata, dando vita a veri e propri “mega-incendi”, con conseguenze devastanti per i territori colpiti. La terra è più infiammabile, stando alle dichiarazioni WWF, per diversi motivi: da una parte, le ondate di calore prolungate e i periodi di siccità; dall’altra, l’aumento delle superfici incolte e di quelle edificate. Per concludere, l’ONU ha dichiarato che gli incendi estremi delle zone boschive aumenteranno del 50% entro la fine di questo secolo. Per mitigare il fenomeno, gli scienziati auspicano un taglio alle emissioni globali e ai fenomeni di deforestazione selvaggia, in linea con l’impegno fissato dai leader globali alla COP26 di Glasgow.
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