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I leader dei maggiori Paesi industrializzati propongono una limitazione delle emissioni per ridurre gli effetti del cambiamento climatico, con un tetto all’aumento delle temperature più stringente rispetto all’accordo di Parigi.
Nella giornata di mercoledì, il G20 si è impegnato ufficialmente ad attuare manovre per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi centigradi.
Il comunicato, che include le firme di alcune delle nazioni nella lista dei "maggiori emettitori" (tra cui Stati Uniti e Cina, maggiori responsabili globali di emissioni, oltre ai Paesi Europei, al Regno Unito e all' Arabia Saudita) è stata accolta favorevolmente dai negoziatori della COP 27, svoltasi in Egitto fino a venerdì.
Il gruppo del G20 ha riconosciuto che gli effetti del cambiamento climatico sarebbero "molto meno significativi con un aumento della temperatura di 1,5°C rispetto a 2°C", che era l'obiettivo, giudicato genericamente meno ambizioso, dell'accordo di Parigi del 2015.
Secondo il comunicato, è necessario intraprendere "azioni significative ed efficaci [con] l'impegno di tutti i Paesi" per garantire che l'impegno preso non risulti infruttuoso, visto anche che "La decisione di cercare di limitare l'aumento della temperatura a 1,5°C è urgente".
Il comunicato inoltre esorta le nazioni sviluppate a rispettare gli impegni presi per fornire 100 miliardi di dollari all'anno ai Paesi in via di sviluppo che lottano contro gli effetti del cambiamento climatico.
La dichiarazione del G20 segue gli impegni assunti dal G7 di giugno, quando i leader hanno il bisogno urgente di una limitazione delle emissioni che consentisse di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C.
I Gruppi ambientalisti hanno accolto positivamente la notizia, sperando che la dichiarazione si traduca in maggiori azioni significative per ottenere i risultati promessi.
Immagine di copertina: Chris LeBoutillier, Unsplash
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