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Lo scoppio della guerra in Ucraina ha comportato un’accelerazione sulle misure da adottare nel comparto energetico. Fermentano i lavori all’interno dei palazzi delle Istituzioni europee per trovare delle valide soluzioni per rendere l’Unione europea energicamente indipendente dalla Russia.
Lo scorso 8 marzo la Commissione europea ha pubblicato una propria comunicazione destinata a Parlamento europeo, Consiglio europeo, Consiglio, Comitato economico e sociale europeo e Comitato delle Regioni volta a fornire un panorama sulle politiche energetiche da attuare nei prossimi mesi.
Il ruolo della Russia nel comparto energetico europeo
Il fatto che l’Europa sia dipende energeticamente dalla Russia è un dato di fatto da parecchio tempo. Oltre il 30% del gas importato dall’Unione europea proviene dal Paese governato da Vladimir Putin. Secondo l’Eurostat nel 2019 quasi due terzi delle importazioni di greggio provenivano dalla Russia (27%), seguite poi da Iraq, Nigeria e Arabia Saudita, Kazakistan e Norvegia. Per quanto riguarda invece le importazioni di gas naturale si stima che dalla Russia proveniva circa il 41 % unitamente a oltre tre quarti di combustibili solidi (per lo più carbone).
Le azioni previste da REPowerEU
La Commissione europea in REPowerEU enuncia una serie di azioni da intraprendere per regolamentare il mercato energetico, tra cui:
- “Calmierare i prezzi al dettaglio e sostenere le imprese”. A tal proposito la Commissione precisa che vi è un particolare regime di aiuti di Stato contemplato nell’articolo 5 della Direttiva europea sull’energia elettrica tale per cui gli Stati membri in situazioni eccezionali possono fissare prezzi al dettaglio per famiglie e imprese. In base a quanto definito dalla Comunicazione della Commissione "Orientamenti sugli aiuti di Stato per il salvataggio e la ristrutturazione di imprese non finanziarie in difficoltà" gli aiuti possono essere concessi sotto forma di prestiti o garanzie per un periodo massimo di sei mesi per le grandi imprese in difficoltà e di 18 mesi per le PMI. Anche le imprese non in difficoltà possono beneficiare degli aiuti se versano in stato di "grave fabbisogno di liquidità a causa di circostanze eccezionali e impreviste;
- “Assicurare un livello di stoccaggio adeguato”. La Commissione ha enunciato che entro aprile presenterà una proposta legislativa in cui sarà stabilito che entro il 1° ottobre di ogni anno le infrastrutture di stoccaggio all’interno dell’Unione europea dovranno essere riempite fino al 90%; la proposta inoltre dovrà prevedere un sistema di protezione per far fronte ai rischi di proprietà dell’infrastruttura del gas tale per cui l’autorità di regolamentazione dovrà certificare che la proprietà di una o più persone di un paese terzo non metterà a rischio la sicurezza dell’approvvigionamento.
- “Ridurre la dipendenza dai combustibili fossi nell’edilizia, nell’industria e nell’intero sistema energetico”. La piena attuazione del “Pacchetto fit for 55” ridurrebbe il consumo europeo di gas del 30% entro il 2030;
- “Aumentare l’importazione di GNL da altri Paesi” quali Qatar, USA, Egitto, Africa occidentale e diversificare i gasdotti provenienti da Azerbaigian, Algeria e Norvegia;
- “Aumentare la produzione di biometano” utilizzando parte dei fondi provenienti dalla PAC;
- “Promozione dell’idrogeno” Aggiungendo 15 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile ai 5,6 mt stabiliti dal " Pacchetto fit for 55", entro il 2030 sarà possibile sostituire mediamente all’anno 25-50 miliardi di metri cubi di gas russo.
Lo stato attuale dei gasdotti in Europa
L’attuale panorama geopolitico lascia ampio spazio all’incertezza su una fine imminente del conflitto tra Russia e Ucraina. Dinanzi alla chiusura da parte della Russia del gasdotto Yamal-Europa, che attraversa Bielorussia, Polonia e Germania da una parte e i proclama sterili enunciati da alcuni esponenti politici dall’altra, alcuni Stati membri stanno avviando dialoghi in merito alla costruzione di nuove infrastrutture energetiche. Tra questi vi sono Francia e Spagna che hanno avviato i colloqui per la costruzione di un eventuale nuovo gasdotto “Midcat” che dovrebbe collegare le due nazioni attraversando i Pirenei.
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