Comunità, portatori di interesse e sostenibilità: una triangolazione per il futuro
Sostenibilità

Comunità, portatori di interesse e sostenibilità: una triangolazione per il futuro

Immagine: Brands&People, Unsplash

I piani di sostenibilità delle aziende, organizzati in percorsi più o meno articolati, sono chiamati a tener conto anche delle diverse necessità territoriali che possono emergere strada facendo. Coinvolgere la comunità, il terzo settore, gli stakeholder è una delle attività cardine per la buona riuscita di una reale strategia di sostenibilità.

Nel 2022, Weworld – associazione non governativa indipendente che promuove progetti di Cooperazione allo Sviluppo e Aiuto Umanitario - ha condotto e pubblicato l'interessante studio “La territorializzazione dell’Agenda 2030 in Emilia-Romagna e Lombardia”. Il documento evidenzia le buone pratiche messe in atto nelle due Regioni, che hanno dimostrato come un’attenta e integrata strategia di coinvolgimento degli stakeholder – qui il focus era cittadinanza e cittadini – aiuti a raggiungere più velocemente gli obiettivi dell’Agenda 2030 (per un approfondimento dello stato dell’arte in Italia si legga qui).

Al netto, quindi, di un concreto impegno dei governi e degli enti istituzionali in generale, è proprio la condivisione con le persone, le aziende, gli enti del terzo settore che consente di ottimizzare i percorsi di sostenibilità e di poter rendicontare gli obiettivi raggiunti.

 

Praticare la flessibilità: risorse e strategie

Come sottolineato da Weworld, il processo di stakeholder engagement non deve essere considerato solamente uno dei tasselli da aggiungere al percorso per realizzare un bilancio di sostenibilità, ma deve essere una buona pratica, consolidata, nutrita e implementata di continuo.

La bellezza del processo di coinvolgimento dei cosiddetti portatori di interesse è la sua flessibilità: esistono infatti numerose modalità e strumenti che consentono di ascoltare, raccogliere istanze e mettere a sistema una matrice di idee, spunti, obiettivi, tutti - come li definiscono gli amanti dell’inglese – “taylor-made”.

Si va infatti dai più tecnici focus group ai più informali World Cafè – moderati e facilitati da professionisti del settore – ai più generici questionari, fino ai più strutturati eventi di informazione e sensibilizzazione. Nel caso specifico delle due Regioni, Lombardia ed Emilia-Romagna, sono infatti state concretizzate delle strategie multilivello, le cui attività sono il risultato di una stratificazione di differenti programmazioni. Questo ha portato a definire un programma coerente con le realtà di riferimento, con le specificità tipiche delle due comunità e dei rispettivi tessuti imprenditoriali.

 

Stakeholder engagement: buona pratica e strumento di sostenibilità

 

Lo stakeholder engagement, dunque, è uno degli strumenti che le aziende, ma anche le istituzioni, hanno per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità prescelti. Questo è confermato anche dal recente studio di EY “Seize the Change 2023 – Futuri sostenibili, da cui emerge come le aziende tengano sempre più in considerazione gli impatti che le loro attività hanno sulle comunità e sulla società.

L'analisi si è basata su un campione di circa 200 aziende divise in Classi in base al fatturato, con un intervallo che va da <150milioni di euro a >500milioni. Nel 2022, il 43% degli interpellati ha dichiarato di aver sviluppato iniziative volte a risolvere o ridurre un problema socialmente o umanamente rilevante a supporto di comunità. Invece, il 41% ha in programma di sviluppare tali attività. Il dato, all’apparenza confortante, è purtroppo di 21 punti percentuali più basso rispetto allo stesso parametro del 2021.

L’analisi, inoltre, rivela come le aziende con un fatturato compreso tra i 150milioni e i 500milioni siano più attive e attente alle ripercussioni che il proprio business ha su ambiente e territorio (quest’ultimo inteso nel suo significato di società).

 

Il potenziale delle partnership

E le partnership? Sono un altro importante strumento di coinvolgimento che, secondo lo studio di EY, riporta un’immagine in bianco e nero e non “colorata” come gli SDGs dell’Agenda 2030 vorrebbero, uno tra tutti il Goal 11 dedicato alle città e comunità sostenibili.

Purtroppo, infatti, il 71% delle aziende intervistate non ha stipulato alcuna partnership con gli enti del terzo settore e con le istituzioni locali. Tra le aziende del restante 29% - per la maggior parte appartenenti al settore industriale – ha dichiarato che il criterio di scelta delle iniziative da sviluppare è stato quello di considerare i fabbisogni sociali del territorio.

Per un’azienda parlare di stakeholder engagement significa quindi considerare un insieme di differenti fattori – tutti ugualmente importanti e influenti – ed essere consapevoli che, soprattutto se si decide di intraprendere un percorso di sostenibilità, si deve cercare di riallineare la strategia aziendale a questa complessità. Trovare un partner che possa supportare la ricerca del giusto equilibrio tra i famosi tre pilastri – sociale, ambientale ed economico – comunicarlo e condividerlo nel modo corretto, rientra a pieno titolo nella sfida.

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