Immagine: Google DeepMind, Unsplash
Pesano l’incertezza economica e la corsa dell’inflazione. I dirigenti vogliono strumenti di misurazione più affidabili per non incorrere nel greenwashing. I risultati dello studio realizzato da The Harris Poll per Google Cloud.
Lo scoppio della guerra russo-ucraina, la corsa dell’inflazione e l’emergenza energetica hanno determinato tra il 2022 e i primi mesi del 2023 una diminuzione dell’attenzione da parte delle istituzioni e del mondo delle aziende nei confronti delle tematiche della sostenibilità ambientale. A confermarlo è la seconda edizione dello studio annuale sulla sostenibilità commissionata da Google Cloud all’istituto The Harris Poll, un’indagine che ha coinvolto a gennaio 1.476 dirigenti di alto livello in 16 Paesi, compresa l’Italia, per analizzare l’impegno delle imprese nell’ambito delle politiche ambientali, sociali e di governance.
Vuoi scoprire di più sulle imprese e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile?
Scarica gratuitamente l'abstract del nostro eBook!
Clicca quiLa sostenibilità continua sì a rappresentare una questione di estrema importanza e di grande attenzione per le aziende di tutto il mondo, ma nella classifica delle priorità sta perdendo posizioni. Nel nostro Paese ad esempio le politiche ESG, se nel 2022 rappresentavano la priorità organizzativa numero 1, quest’anno sono passate in seconda posizione. Una situazione comunque migliore della media, dal momento che a livello complessivo la sostenibilità è scesa al terzo posto del ranking.
A pesare, stando a quanto mettono in luce i dirigenti interpellati da The Harris Poll, è la riduzione della disponibilità economiche a sostegno delle politiche di sostenibilità, “sacrificate” a favore di interventi messi in atto dalle imprese per difendere i rapporti con i clienti nell’attuale scenario caratterizzato da instabilità economica e continuo aumento dei prezzi.
Per la maggioranza degli interpellati, la scelta di considerare la sostenibilità come un costo nel breve termine piuttosto che un investimento strategico a lungo termine è un'opportunità mancata. L’84% dei dirigenti è consapevole che i clienti sono più propensi ad apprezzare marchi sostenibili, il 71% di loro però si trova a dover operare come meno risorse economiche per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità dell’azienda.
La richiesta di strumenti di misurazione più efficaci
Nonostante le criticità legate alla situazione contingente, sottolinea lo studio, il 99% delle imprese italiane mette in atto iniziative concrete nell’ambito della sostenibilità. A riprova della sua importanza, dall’indagine emerge una sempre maggiore attenzione da parte dei dirigenti a un miglioramento dell’efficacia delle politiche Esg attraverso l’adozione di strumenti di misurazione sempre più affidabili, al fine di garantire che gli obiettivi prefissati siano raggiunti e siano quanto più trasparenti possibile.
Solo in questo modo infatti si può evitare di incorrere nel greenwashing, come è capitato invece a non poche aziende negli ultimi anni. Il 43% del campione ha infatti ammesso di aver sovrastimato, o rappresentato in modo impreciso, le proprie attività di sostenibilità. Secondo molti dei dirigenti interpellati, il greenwashing in tanti casi è però involontario. Poter disporre di sistemi di misurazione più accurati ed efficaci grazie alle nuove tecnologie (a partire da intelligenza artificiale e machine learning) può dunque aiutare le imprese a non incorrere in queste “sviste” e di ottenere così risultati concreti in ambito ESG. Il 91% del campione, non a caso, si sta già muovendo in questa direzione.
Iscriviti alla nostra Newsletter!
Sei un sostenitore dell'ambiente in tutte le sue forme? Allora sei nel posto giusto!
Iscriviti subito!