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Secondo le rilevazioni dell’Osservatorio Amianto, sono ancora fuori norma circa 2.400 edifici scolastici con un bacino di 350.000 alunni e 50.000 docenti.
I rischi per la salute generati dall’amianto non sono affatto un mistero: secondo gli esperti, le fibre che questo materiale potrebbe rilasciare nell’aria sono altamente cancerogene. La normativa parla chiaro: già dal 1992 l’Italia ha applicato la direttiva CEE 91/382 vietando l’estrazione, la produzione e la commercializzazione dell'amianto.
Negli anni immediatamente successivi, sono state definite ancora più nel dettaglio le procedure di bonifica, lasciando ben poco spazio all’immaginazione.
Ebbene, secondo quanto emerso nella conferenza dell'Osservatorio nazionale amianto (ONA) e del Comitato nazionale italiano Fair play, esistono ancora "situazioni al limite" per "scuole e palestre non a norma, dove in alcuni casi per poter imparare ed insegnare si rischia la propria incolumità" per via della presenza di amianto.
Per l’ONA, gli edifici scolastici a rischio sono circa 2.400 , con un bacino di 350.000 alunni e 50.000 docenti.
Non solo: si parla anche di 1.000 biblioteche ed edifici culturali, 250 ospedali, 300.000 chilometri di tubature, che diventano 500.000 compresi gli allacciamenti. Sono coinvolti anche gli impianti sportivi, realizzati prima dell'entrata in vigore del divieto di utilizzo di amianto, che necessitano assolutamente di bonifica.
"La presenza di amianto negli impianti sportivi e il rischio concreto per la collettività - viene spiegato dall’Osservatorio - si lega in alcuni casi all'assenza di adeguati investimenti di ammodernamento delle strutture".
La proposta? Sfruttare in maniera efficace i fondi finanziari costituiti dai Piani pluriennali di interventi, bonificando scuole ed edifici sportivi.
“È fondamentale affrontare e risolvere il problema amianto in Italia - ha dichiarato Ezio Bonanni, presidente Ona - dando priorità alle scuole, agli impianti sportivi e agli edifici pubblici, per evitare tutte le forme di esposizione alla fibra killer, e quindi realizzare la vera prevenzione che è quella primaria. In questo modo, si ammodernano le strutture, si aprono i cantieri, si crea lavoro e si tutela la salute e l'ambiente".
La bonifica dall’amianto, in Italia, ha lasciato ancora molti incompiuti. Stando alle stime, ci sono ancora 40 milioni di tonnellate di materiali contenenti amianto, 33 in matrice compatta e 7 friabile, in un milione di siti, di cui 50.000 industriali e 40 di interesse nazionale.
Questa concentrazione di amianto provoca circa 6.000 decessi ogni anno per malattie correlate all’inalazione di fibre di amianto come mesotelioma (1.900), asbestosi (600), e tumori polmonari (3.600).
Il Ministro Costa ha parlato, in un suo intervento al riguardo, di prevenzione. "Purtroppo nel nostro Paese - ha dichiarato Costa - ci sono 32 milioni di tonnellate di amianto ancora in circolazione, e sono consapevole che l'unico modo per interrompere la catena delle vittime sia quello di lavorare sulla prevenzione, accelerando mappatura delle aree e bonifiche".
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