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In occasione del convegno “Ghiacciai, Acqua, Vita” organizzato dal Club Alpino Italiano sezione di Bolzano si è affrontato il rapporto tra ghiacciai e la disponibilità delle risorse idriche, analizzando quindi le conseguenze che potrebbero avere la loro riduzione sulle diverse attività umane.
Il tema dell'acqua e delle sue implicazioni con clima, paesaggio e ghiacciai è diventato ormai centrale nelle discussioni climatologiche e ambientaliste. Tra i problemi di questi anni c'è infatti la progressiva scomparsa dei ghiacciai. Tutti sappiamo che l'acqua è fonte di vita e per questo motivo che anche l’ONU, dal 2005 al 2015, ha lanciato un appello internazionale per stimolare l'impegno a dimezzare il numero delle persone che nel mondo non hanno accesso all'acqua. I ghiacciai costituiscono un vero e proprio patrimonio per le nostre montagne, non solo per il fascino che esercitano, ma anche per essere delle preziose riserve d’acqua e per la sensibilità alle variazioni climatiche.
Proprio per discutere sulla situazione dei ghiacciai italiani, lo scorso 20 febbraio si è svolto a Bolzano il convegno “Ghiacciai, Acqua, Vita” organizzato dal CAI Alto Adige con la collaborazione del Servizio Glaciologico Alto Adige, della Commissione Centrale Tutela Ambiente Montano e del Comitato Scientifico Centrale.
Alla tavola rotonda cui hanno partecipato diverse personalità del settore, si sono affrontati diversi temi tra cui l’analisi della situazione attuale dei ghiacciai su tutto l’arco alpino, sia in termini di riduzione di superficie che di spessore, mettendo l’accento sull’importanza dei ghiacciai come luogo di origine dell’acqua e sottolineandone l’importanza vitale per l’uomo. Durante il convegno si è affrontato il rapporto tra ghiacciai e la disponibilità delle risorse idriche, analizzando quindi le conseguenze che potrebbe avere la loro riduzione sulle diverse attività umane, come l'agricoltura e perfino la medicina. A parlare chiaro sono i dati dell’ultima campagna glaciologica 2015 che confermano un andamento decisamente negativo con il ritiro delle fonti da 4 a 50 metri ed il conseguente aumento di detriti, crepacci, seracchi laghi glaciali e distacco di blocchi.
Claudio Smiraglia, Professore Ordinario di Geografia, Fisica e Geomorfologia all'Università degli Studi di Milano, ha diffuso i risultati del Nuovo Catasto dei Ghiacciai (presentati per la prima volta alla Camera dei Deputati nell'ottobre 2015), sottolineando che l'aumento del numero totale dei ghiacciai alpini è semplicemente conseguenza della loro frammentazione e che la superficie totale è diminuita negli ultimi 50 anni di circa un terzo sino al 2007 e del 36% sino ad oggi, pari a una superficie persa di 157 kmq, superiore a quella del Lago di Como (145 kmq).
Durante i lavori del convegno si sono susseguiti gli interventi di Volkmar Mair della Provincia di Bolzano, che ha parlato del permafrost come luogo di origine dell'acqua; di Roberto Trevisson della SEAB di Bolzano sulla qualità dell’acqua, e il Presidente della Commissione centrale medica del CAI Luigi Festi, che ha approfondito le funzioni di idratazione, sostentamento e prima medicina dell'acqua. “Con questo convegno vogliamo far capire l'importanza dei ghiacciai come luogo di origine dell'acqua, la prima fonte della vita che non possiamo permetterci di perdere”, afferma il presidente del CAI Alto Adige Claudio Sartori. Risulta evidente, dunque, la necessità di adattamento alle mutate condizioni di disponibilità dell’acqua ed implementazione di una agenda di misure per uno sviluppo sostenibile ed una gestione integrata delle risorse idriche.
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