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Un team di ricerca italiano ha messo a punto un’innovativa tecnologia di filtrazione dell’acqua in grado di contrastare con efficacia i contaminanti emergenti (EC) – composti sempre più diffusi e difficili da rimuovere. Il risultato, pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature Water, nasce da una collaborazione tra il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-Isof) e un'azienda privata attiva nel campo dei dispositivi per la depurazione. La nuova tecnologia si basa sull’integrazione dell’ossido di grafene, un nanomateriale dalle eccezionali proprietà, in membrane filtranti di polisulfone con struttura a fibre capillari cave. L’obiettivo? Catturare sostanze inquinanti persistenti come PFAS, antibiotici chinolonici, piombo e altri composti provenienti da farmaci, cosmetici, pesticidi o prodotti industriali.
“Abbiamo messo a punto una tecnologia che unisce sicurezza e sostenibilità, grazie alla quale l’azienda potrà produrre migliaia di filtri all’anno”, afferma Vincenzo Palermo, direttore dell’Istituto per la sintesi organica e fotoreattività del CNR di Bologna.
Il progetto ha radici profonde: oltre dieci anni di ricerca hanno condotto allo sviluppo di membrane composite di nuova generazione, culminate nella creazione del Graphisulfone®, lanciato nel 2024. Questa innovazione, nata anche grazie al finanziamento del programma europeo Graphene Flagship, consente di combinare ultrafiltrazione e adsorbimento in un’unica soluzione, con alte prestazioni, bassi costi e un utilizzo limitato di materiali avanzati. La tecnologia si presta facilmente alla produzione industriale: può essere integrata nelle linee esistenti, senza necessità di rivoluzionare l’infrastruttura, e offre un’efficacia paragonabile – se non superiore – ai filtri tradizionali. “Un ruolo chiave è stato giocato dalla forte sinergia tra i nostri team,” sottolineano Manuela Melucci, ricercatrice CNR-Isof, e Letizia Bocchi, coordinatrice del progetto GRAPHIL per l’azienda privata. Una dimostrazione concreta di come la ricerca pubblica, se sostenuta da visione industriale e collaborazione tra pubblico e privato, possa generare innovazioni capaci di affrontare le sfide ambientali più urgenti.
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