Introdotto il codice ATECO per l’Intelligenza Artificiale
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Introdotto il codice ATECO per l’Intelligenza Artificiale

Il codice 62.09.10 per lo sviluppo dell'AI

Introdotto il codice ATECO per l'Intelligenza Artificiale. A partire dal 1° gennaio 2025 entrerà in vigore anche in Italia la nuova classificazione delle attività economiche NACE Rev. 2.1, adottata a livello europeo con il Regolamento UE 2023/137. La novità coinvolgerà direttamente le imprese e gli enti che utilizzano i codici ATECO, poiché proprio su questi codici si basa la classificazione nazionale derivata dallo standard europeo. L'ISTAT, l'ente responsabile per le statistiche ufficiali italiane, provvederà all'aggiornamento della nomenclatura, con un impatto significativo su registrazioni fiscali, obblighi contributivi, pratiche camerali e accesso agli incentivi. nuovo sistema di classificazione è il risultato di un lungo lavoro di revisione tecnica condotto dalla Commissione Europea, avviato nel 2019 con il supporto di Eurostat e dei sistemi statistici nazionali. Lo scopo principale della riforma è quello di adeguare la classificazione economica ai profondi cambiamenti strutturali avvenuti negli ultimi quindici anni, legati alla digitalizzazione, all'economia verde e all'emergere di nuovi settori professionali. La versione precedente della NACE, la Rev. 2, risaliva infatti al 2008 e non riusciva più a riflettere con precisione la composizione attuale del tessuto economico europeo. Sebbene il regolamento europeo sia direttamente applicabile e non necessiti di un formale recepimento da parte del Parlamento italiano, l'introduzione effettiva nel contesto amministrativo nazionale ha comportato una serie di attività tecniche e operative. L'ISTAT ha coordinato la definizione dei nuovi codici ATECO derivati dalla NACE Rev. 2.1, in sinergia con il sistema camerale, l'Agenzia delle Entrate e il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Il percorso istituzionale non è passato dal dibattito parlamentare classico, ma ha seguito un iter amministrativo regolato dalle competenze degli enti preposti. Le Camere di Commercio avranno il compito di assegnare automaticamente alle imprese i nuovi codici, in base all'attività già dichiarata, comunicandoli attraverso il cassetto digitale dell'imprenditore e i canali telematici. Tra le novità più evidenti della riforma vi è la creazione di nuovi codici destinati a settori finora poco rappresentati nella classificazione ufficiale. 

Per quanto riguarda l'intelligenza artificiale, il codice ATECO 62.09.10 è stato introdotto per identificare le attività legate allo sviluppo e all'applicazione di soluzioni basate su questa tecnologia.​ Nel settore ambientale, il codice ATECO 02.10.00 è stato aggiornato per includere specificamente le attività di ripristino degli habitat e riforestazione, riconoscendo l'importanza crescente di queste pratiche nella gestione sostenibile delle risorse naturali. Ma ci sono nuove definizioni anche per la gestione delle risorse naturali e per i servizi ecosistemici, come il ripristino degli habitat e la riforestazione. Viene inoltre aggiornato il comparto delle energie rinnovabili, con voci più dettagliate per il fotovoltaico, l'eolico onshore e offshore, e la geotermia. Nell'ambito della cultura e dei media digitali, il nuovo schema prevede un codice per le piattaforme di distribuzione di contenuti audiovisivi in streaming, riconoscendo il peso economico crescente di questo comparto. Anche il settore dell'assistenza alla persona viene ridefinito, con maggiore specificità rispetto ai servizi domiciliari e sociosanitari non residenziali.Durante il periodo transitorio tra gennaio e marzo 2025, le imprese continueranno a vedere registrati entrambi i codici ATECO, vecchio e nuovo. Dal 1° aprile 2025, per tutti gli usi fiscali, statistici e contributivi sarà utilizzato esclusivamente il nuovo codice. Le imprese non dovranno effettuare alcuna comunicazione per adeguarsi, a meno che non vogliano aggiornare in modo proattivo la descrizione della propria attività. Anche l'Agenzia delle Entrate adeguerà i propri sistemi informatici, garantendo la coerenza dei modelli dichiarativi e delle pratiche tributarie.La riforma dei codici ATECO rappresenta quindi un passaggio cruciale per l'adeguamento della fotografia economica nazionale a quella europea, e un’occasione per riflettere su come cambia il lavoro, la produzione e l'organizzazione dei settori economici. Più che un aggiornamento tecnico, si tratta di un'evoluzione culturale e politica, che mette al centro settori emergenti, sostenibilità e trasformazione digitale. Le imprese saranno chiamate a riconoscersi in un nuovo vocabolario statistico, più aderente alla realtà, ma anche più esigente in termini di trasparenza, tracciabilità e coerenza con le politiche economiche europee.

Crediti foto: Foto di Igor Omilaev su Unsplash

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