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Questa settimana alla Camera dei Deputati è in programma la discussione di due mozioni sul tema Pfas. Nonsoloambiente sta seguendo l'argomento con una serie di approfondimenti che hanno coinvolto alcune associazioni di livello nazionale e internazionale come Greenpeace e Altroconsumo (trovate gli articoli QUI, QUI, QUI e QUI). E nei prossimi giorni pubblicheremo anche una intervista a Legambiente Lombardia per raccontare il report appena pubblicato dall'associazione ambientalista. In questi giorni il tema pfas arriva alla Camera con due mozioni che chiedono al governo un intervento concreto per affrontare un fenomeno che è ancora allo studio degli esperti, ma che non ha ancora una linea condivisa tra società civile e istituzioni sebbene la pericolosità di queste sostanze non sia messa in discussione da nessuno.
Ad esempio: cosa fare per quelle zone in cui la contaminazione pare ormai un dato di fatto? E allo stesso tempo: quali sono i parametri corretti per definire se la soglia di pfas presente nelle acque potabili italiane sia sufficientemente bassa per non arrecare danni alla popolazione? Il tema si porta dunque molte domande a cui in questi mesi o anni sarà necessario rispondere. Anche perché il monitoraggio delle acque da parte dei gestori del servizio idrico è già operativo su base giornaliera, anche se in realtà al momento non è obbligatorio. Lo diventerà a breve, ma proprio per la certezza del rischio, chi distribuisce l'acqua potabile si è portato avanti.
Nel dettaglio, ecco quali sono le richieste delle mozioni in discussione questa settimana alla Camera:
questo il testo della mozione 1-00293
impegna il Governo:
1) ad adottare immediate iniziative, anche di carattere normativo, per garantire la diminuzione dell'immissione nell'ambiente delle sostanze polifluoroalchiline (Pfas), attraverso la loro graduale sostituzione, fino a giungere alla loro completa eliminazione, nei processi produttivi e nei prodotti industriali;
2) ad adottare opportune iniziative anche di carattere regolamentare affinché la sostituzione dei Pfas avvenga attraverso sostanze certificate sicure per la salute umana e per l'ambiente;
3) ad adottare e rendere disponibili linee guida tecniche sui metodi analitici per il monitoraggio dei Pfas, con riferimento ai parametri «PFAS-totale» e «somma di Pfas», compresi i limiti di rilevazione, i valori di parametro e la frequenza dei campionamenti;
4) ad adottare immediati interventi, anche di carattere normativo, per l'introduzione di nuovi limiti vincolanti per l'acqua potabile per il gruppo dei composti Pfas più pericolosi, definendo per ciascuno un limite secondo le soglie di sicurezza sanitaria raccomandate dall'Ente europeo per la sicurezza alimentare, che indica in 0,63 nanogrammi per chilo di peso di una persona la soglia giornaliera di sicurezza sanitaria per la somma di 4 tipi di Pfas;
5) ad attivarsi in sede di Unione europea per avviare il percorso di abbandono dell'utilizzo dei Pfas sostenendo la revisione della normativa Reach, in merito ai Pfas;
6) a sostenere immediate azioni di bonifica delle varie aree contaminate in Italia adottando e applicando il principio «chi inquina paga»;
7) ad adottare iniziative di competenza volte ad effettuare, d'intesa con le regioni interessate, in maniera uniforme sull'intero territorio nazionale screening e monitoraggi per tutti i tipi di Pfas, sia a catena lunga che a catena corta, includendo ulteriori matrici di produzione agroalimentare, al fine di definire un quadro certo della presenza di Pfas.
(1-00293) (Nuova formulazione) «Zanella, Bonelli, Borrelli, Dori, Fratoianni, Ghirra, Grimaldi, Mari, Piccolotti, Zaratti».
Questo il testo della mozione 1-00297
impegna il Governo:
1) a garantire, con ogni iniziativa competenza anche di carattere normativo, la piena protezione della salute dei cittadini attraverso l'ulteriore restrizione, in tempi stretti, nell'ordinamento nazionale dei valori limite per le diverse matrici alle quali l'uomo è esposto concernenti tutte le sostanze perfluoroalchiliche, con l'obiettivo di pervenire – in linea con le indicazioni dell'agenzia Usa per l'ambiente, che ha indicato lo «zero tecnico» come il valore di sicurezza per Pfoa e Pfos – alla definitiva messa al bando di queste sostanze pericolose;
2) a pubblicare l'elenco dei prodotti nazionali e importati che utilizzano Pfas per la loro produzione con dettagli quantitativi e di concentrazione;
3) ad adottare iniziative di competenza volte a prevedere una specifica etichetta di rischio (nonché di Pfas free) da apporre sulle confezioni dei prodotti contenenti Pfas nella grande distribuzione, in modo da informare il cittadino e favorire una scelta salutare da parte di quest'ultimo;
4) a promuovere, in ambito europeo:a) politiche ed investimenti volti ad incentivare l'innovazione tecnologica e l'utilizzo di sostituti più sicuri;b) la rigorosa individuazione di volumi e tipologie di produzione delle sostanze Pfas nonché l'identificazione delle fonti di rilascio di detti composti;c) il sistematico tracciamento dei residui di produzione, dei rifiuti e dei fanghi di lavorazione contenenti Pfas, elevando la qualifica di pericolosità;d) la creazione di un inventario dei siti da bonificare e dei siti contaminati;e) il finanziamento di programmi di ricerca e la dotazione di risorse adeguate agli enti di controllo;f) il monitoraggio delle differenti matrici ambientali, e l'accesso ai dati relativi;
5) ad adottare iniziative di competenza volte ad introdurre il divieto di produzione e commercializzazione di prodotti e sostanze per cui siano già disponibili sostituti non Pfas allineandosi e supportando la proposta di restrizione in esame al Reach resa pubblica nel febbraio 2023;
6) ad adottare iniziative di competenza volte a vietare la produzione di Pfas, il loro impiego industriale nonché la loro commercializzazione in modo tassativo in zone già profondamente intaccate dalla contaminazione (sacrifices zones), ammettendo come uniche deroghe quelle rientranti nel concetto di essential use, sulla base della situazione pesantemente compromessa in essere, supportando economicamente la popolazione e proseguendo e rafforzando gli interventi di bonifica delle zone contaminate già note;
7) a promuovere l'introduzione dello «zero virtuale» come limite totale dei Pfas per le acque destinate all'uso potabile, per le acque destinate all'irrigazione e per le acque di falda cui attingono pozzi privati, canali primari di contaminazione della filiera alimentare e degli esseri umani; qualificare come pericolose le sostanze Pfas le cui modalità di smaltimento e gestione dovranno essere estremamente rigorose; vietare ogni impiego in agricoltura dei fanghi di depurazione e delle acque di trattamento o meteoriche derivanti da impianti che utilizzano Pfas;
8) a disporre un serio e completo monitoraggio degli alimenti e della popolazione, garantendo che le analisi su cibo, animali ed esseri umani non dovranno essere a carico dei cittadini, assicurando al contempo adeguato ristoro alle filiere produttive anche grazie ad una rigida ed efficace applicazione del principio «polluters pay»;
9) a definire in modo rigoroso i parametri e le valutazioni – generali e sito specifiche – cui le pubbliche amministrazioni si devono attenere in caso di autorizzazione, riesame e rinnovo delle Aia (Autorizzazioni integrate ambientali), avendo riguardo alle peculiarità idro e geomorfologiche del territorio, le attività che vi insistono, le situazioni di inquinamento storico e/o diffuso, le vulnerabilità presenti, le tipologie di Pfas impiegate o presenti;
10) a prevedere rigorosi controlli su imprese e società che producono, commercializzano o impiegano sostanze chimiche, imponendo la massima trasparenza sulle informazioni relative ai dati sulla tossicità, persistenza, bioaccumulo, biomagnificazione e mobilità delle sostanze impiegate;
11) ad adottare iniziative volte a finanziare la transizione ad una economia ed industria chimica sostenibile, in linea con la strategia europea per una chimica sostenibile e toxic-free.
(1-00297) «Ilaria Fontana, Sergio Costa, Barzotti, Cappelletti, L'Abbate, Morfino, Santillo».
crediti foto: Foto di VIVIANE M. da Pixabay
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