
Ultime Notizie

Le acque delle nostre città sono sicure o no? Perché nelle scorse settimane un report di Greenpeace ha scosso le certezze che solo pochi mesi prima aveva certificato Altroconsumo. L'associazione ambientalista ha rilasciato un report con dei titoli molto negativi sull'acqua potabile delle città italiane, raccontata come tranquillamente bevibile da parte dei cittadini. Dopo aver riportato la divergenza di vedute, oggi vi proponiamo un'intervista a Chiara Chiozzotto, esperta del tema di Altroconsumo.
Buongiorno, intanto può spiegarci la differenza tra il report che avete diffuso in autunno voi e quello più recente di Greenpeace? Se abbiamo capito la differenza è che voi avete cercato di capire se c'era il rispetto dei limiti di legge, mentre loro hanno cercato anche la più piccola parte di pfas?
Le nostre analisi non hanno rilevato presenza di pfas, cioè se ci sono sotto ai 5 nanogrammi litro per ciascun composto cercato, quindi noi abbiamo ricercato i 24 e qualcosa in più obbligatori per legge ed erano tutti sotto al limite di quantificazione della nostra metodica che comunque è accreditata tanto quanto è accreditata quella di Greenpeace quindi sono semplicemente due punti di vista diversi
Noi facciamo informazione, quindi dobbiamo dare i messaggi più corretti possibili: cioè il tema è che questi limiti di legge ci sono perché immagino che non ci siano delle conseguenze per la salute, nel senso che se anche ci fossero i 5 nanogrammi non sono comunque acque pericolose
Noi abbiamo anche scritto nel nostro pezzo che questo è il limite di legge attualmente in vigore è ed è quello che noi prendiamo per per buono, insomma per cautelativo della salute, di sicuro le ultime diciamo valutazioni che sono uscite hanno messo in dubbio la adeguatezza di questo limite di legge proprio perché le stanze sono tantissime: solo di alcune abbiamo dei dati sugli effetti sulla salute e di di molte altre non sappiamo quali sono gli effetti sulla salute quindi le autorità sanitarie al momento sono arrivate a poter fissare quel limite dei 100 nanogrammi litro di quel gruppo di pfas regolamentati è probabile che si torni a rivalutare il limite però è proprio un work in progress che le autorità per la tutela della salute stanno facendo, insomma non sono lì con le mani in mano come lascia intendere Greenpeace perché per definire questi questi limiti il lavoro è molto lungo e complesso proprio perché le sostanze sono in continua evoluzione. Le faccio un esempio: è uscito recentemente un report di Arpa Lombardia che quantifica i pfas, che tra l'altro arpa Lombardia controlla dal 2018 nei corpi idrici superficiali, nelle falde e negli scarichi dei depuratori quindi anche lì: le arpa sono anni che tengono d'occhio questi inquinanti non è che ci stanno avvelenando a nostra insaputa, ecco, però tutto il processo regolamento per fissare limiti di legge è piuttosto lungo, insomma bisogna capire quanti c'è ne sono, quanti ne arrivano nell'acqua di rubinetto e, nel momento in cui c'è un limite, è necessario rivedere ciclicamente se è adeguato o no alla luce delle nuove sostanze
Quel che diciamo mi sento di dire come posizione che anche Altroconsumo ha attraverso il testing di prodotto è che l'acqua di rubinetto è una delle fonti per noi di esposizione pfas, come diciamo nell'articolo appunto, dove spieghiamo dove vengono usati e perché si ritrovano nell'ambiente: l'uso dei pfas è molto diffuso il manufatti materiali da costruzione, prodotti a contatto con alimenti, imballaggi, per cui l'acqua è una è una delle delle fonti per noi di contatto con queste sostanze però non è il caso di andare a spaccare il capello in quattro sul livello di nanogrammo al litro sul singolo pfas: sono le autorità sanitarie a giudicare se è necessario o no intervenire, al momento abbiamo quel limite di 100 che tiene conto anche del fatto che appunto le persone sono esposte e pfas da diverse sorgenti, non soltanto tra l'acqua
Ok, però possiamo dire che magari l'intervento di Greenpeace per quanto allarmistico serve diciamo anche al lavoro che stanno facendo le autorità, e comunque per i nostri lettori vorremmo capire se è possibile dire che le acque potabili delle città non siano sicure?
Questo no, perché appunto laddove ci sono sono in quantità molto molto basse, e anche il report di Greenpeace nonostante appunto l'allarme, conferma che sono nell'ordine di pochi nanogrammi per litro quando ci sono e molti campioni sono verdi se si guarda la mappa di Greenpeace: verde per loro significa proprio assenti; inoltre sappiamo che gli acquedotti controllano i pifas
La Lombardia ed Emilia-Romagna immagino che siano zone più a rischio?
Ci sono più pressioni sull'ambiente dove le acque vengono attinte, quindi pressioni sia agricole che industriali che di infrastrutture di trasporto perché dove ci sono aeroporti stabilimenti insomma sono tanti fattori di pressione sulle falde e sui fiumi da parte delle possibili sorgenti di nell'ambiente leggevo dal report di Arpa che l'unico stabilimento che ancora produce pfas è quello di Spinetta Marengo, però ci sono tantissime applicazioni industriali di queste sostanze per cui è chiaro che l'inquinamento può essere diffuso e va sanato, insomma va indagato
Foto di Carl Tronders su Unsplash
Tags:
Potrebbero interessarti ...
Pfas, Altroconsumo: stile di Greenpeace sempre allarmistico
6 Febbraio 2025A Bari la nona edizione di Servizi a Rete Tour
20 Settembre 2024Water Grabbing: l’acqua diventa oro blu
9 Agosto 2024Iscriviti alla nostra Newsletter!
Sei un sostenitore dell'ambiente in tutte le sue forme? Allora sei nel posto giusto!
Iscriviti subito!