Pfas, Altroconsumo: stile di Greenpeace sempre allarmistico
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Pfas, Altroconsumo: stile di Greenpeace sempre allarmistico

Uno scontro plastico. Da una parte Greenpeace che ha appena diramato una ricerca sui Pfas con dati allarmanti. Dall'altra Altroconsumo, che invece a fine 2024 aveva diffuso una ricerca molto più rassicurante sullo stesso tema. In sintesi, questa seconda ricerca evidenziava come le acque potabili delle città italiane sarebbero molto meno inquinate del previsto (Nonsoloambiente lo aveva ripreso qui). Una linea per altro che diversi gestori dei servizi idrici delle città italiane hanno confermato dati alla mano. Tanto che lo studio di Greenpeace aveva sollevato più di una perplessità a cui però l'associazione non ha voluto rispondere nonostante le richieste di chiarimenti avanzate per iscritto da Nonsoloambiente

In compenso ha risposto Altroconsumo che ha cercato di replicare perché l'annuncio di Greenpeace ha messo in dubbio la credibilità non solo dei gestori dei servizi di distribuzione dell'acqua potabile, ma anche di Altroconsumo che però vanta una storia di autorevolezza e indipendenza difficilmente discutibile.

Ecco a seguire parte dell'intervento di Altroconsumo che potete trovare completo qui

L'indagine pubblicata da Greenpeace a gennaio 2025 non è la prima che l'organizzazione ambientalista conduce sul tema dei Pfas e lo stile di comunicazione di Greenpeace è, purtroppo sempre molto allarmistico. Greenpeace ha raccolto e analizzato 260 campioni di acqua in 235 comuni distribuiti sul territorio italiano, analizzando la presenza di poco meno di 50 Pfas. L'inchiesta e la presentazione dei risultati mirano a dimostrare che i Pfas sono ovunque. Ma questa non è affatto una novità: una mappatura dei siti a rischio inquinamento da Pfas in Europa è disponibile da alcuni anni e la loro presenza viene segnalata anche dall’Agenzia Europea dell’Ambiente.Secondo Greenpeace tracce di Pfas sarebbero nella maggior parte (79%) dei campioni da loro analizzati. Ma in quali quantità? Nella maggior parte dei risultati dell'indagine i Pfas sono ampiamente sotto il limite normativo. Per il comune di Arezzo, sarebbero di poco oltre il limite che entrerà in vigore nel 2026, ma l'acquedotto del comune toscano ha già risposto puntualmente all'indagine di Greenpeace, contestando il risultato; e non si tratta dell'unico acquedotto ad avere ridimensionato i risultati di Greenpeace: ad esempio a Milano i dati forniti dell'acquedotto sono ben distanti da quelli pubblicati da Greenpeace.

Nonsoloambiente resta dunque in attesa di un intervento di replica richiesto a Greenpeace che, oggi 6 febbraio 2025, ha assicurato per via telefonica che ha intenzione di rispondere in tempi brevi. 

crediti foto: Foto di congerdesign da Pixabay

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