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Meta Platforms Inc., la casa madre di Facebook, Instagram e WhatsApp, ha recentemente annunciato la cessazione dei suoi programmi dedicati alla diversità, equità e inclusione (DEI). Questa decisione segna un cambiamento rilevante nella strategia aziendale del gigante tecnologico, sollevando interrogativi sul futuro delle politiche di inclusione nelle grandi aziende. In un memo interno, Janelle Gale, vicepresidente delle risorse umane di Meta, ha comunicato che l'azienda sta sciogliendo il team DEI, eliminando le iniziative precedentemente orientate a promuovere la diversità nei processi di assunzione, formazione e selezione dei fornitori. Tra le iniziative abbandonate figura il "diverse slate approach", una strategia che assicurava la valutazione di candidati provenienti da background diversi per ogni posizione aperta.Le motivazioni addotte fanno riferimento a un cambiamento nel panorama legale e politico degli Stati Uniti. Recenti sentenze della Corte Suprema hanno evidenziato un crescente scetticismo verso programmi percepiti come strumenti di trattamento preferenziale, aumentando la pressione sulle aziende che adottano politiche DEI. Gale ha inoltre sottolineato come il termine "diversità, equità e inclusione" sia diventato divisivo, alimentando critiche sia da parte dell'opinione pubblica che di alcuni settori politici.
Meta non è l’unica azienda a rivedere le proprie politiche in materia di diversità. Altri colossi statunitensi, tra cui McDonald's, Ford e Walmart, hanno ridimensionato o eliminato i loro programmi DEI. Ad esempio, McDonald’s ha annunciato la fine di un programma che incoraggiava i fornitori a incrementare la rappresentanza di minoranze nei loro team dirigenziali, mentre Ford ha ridotto i budget destinati alla formazione sulla diversità.Secondo un’analisi della Harvard Business Review, circa il 35% delle aziende statunitensi ha ridotto i propri investimenti in iniziative DEI nel corso del 2024, un dato significativo rispetto al 23% del 2022. Questo fenomeno è attribuito non solo a pressioni politiche, ma anche a una crescente necessità di tagliare costi in un contesto economico incerto.
Prima di questo cambio di rotta, Meta era considerata una delle aziende più attive nel campo delle politiche di inclusione. Nel 2023, il 37% dei suoi dipendenti negli Stati Uniti apparteneva a minoranze etniche, un aumento rispetto al 33% del 2020. Inoltre, il 36% delle posizioni dirigenziali era occupato da donne, un dato superiore alla media del settore tecnologico, stimata intorno al 29%.Tuttavia, nel corso del 2024, Meta ha affrontato una serie di sfide economiche, tra cui il calo del 12% dei ricavi pubblicitari e un taglio del 20% dei costi operativi. La decisione di eliminare il team DEI può essere vista anche come una mossa per contenere le spese, nonostante l’azienda non abbia fornito cifre specifiche sul risparmio derivante da questa scelta
La decisione di Meta ha generato reazioni contrastanti. Organizzazioni attive nel campo della giustizia sociale, come il NAACP (National Association for the Advancement of Colored People), hanno criticato duramente la scelta, definendola un passo indietro nel progresso verso un ambiente lavorativo più inclusivo. In un comunicato ufficiale, il NAACP ha dichiarato: “Le aziende come Meta hanno una responsabilità morale e sociale nel promuovere la diversità, non solo per migliorare le loro performance, ma per riflettere i valori di una società moderna e inclusiva”.D’altro canto, alcuni analisti e leader politici hanno elogiato la mossa come una razionalizzazione necessaria. Secondo Jason Whitman, esperto di politiche aziendali, “La diversità è importante, ma le aziende devono bilanciare l’inclusione con la necessità di operare in modo efficace in un contesto economico sempre più complesso”.
Un segnale più ampio? La decisione di Meta si inserisce in un contesto più ampio di ridimensionamento delle politiche DEI negli Stati Uniti, che potrebbe influenzare anche il panorama internazionale. Nel 2024, 18 stati americani hanno approvato leggi che limitano l’uso di programmi di diversità e inclusione nel settore pubblico, mentre diversi attori politici hanno sollevato dubbi sull’efficacia di tali iniziative nel settore privato.Nonostante le critiche, Meta ha dichiarato che continuerà a promuovere una cultura aziendale inclusiva attraverso pratiche "eque e coerenti" per tutti i dipendenti, senza tuttavia specificare come queste saranno implementate.
La chiusura del programma DEI di Meta rappresenta un cambiamento di paradigma per il colosso tecnologico e, più in generale, per l’intero settore. Sebbene motivazioni economiche e pressioni politiche possano aver giocato un ruolo centrale, resta da vedere se questa mossa influenzerà negativamente la capacità dell’azienda di attrarre talenti diversificati. In un mondo sempre più attento all’equità e alla rappresentanza, la scelta di Meta potrebbe avere implicazioni ben oltre i confini della Silicon Valley.
Foto generata con AI
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